CANBERRA - Si conclude domani presso il Parlamento federale, una delle iniziative politiche più attese dell’anno: la Tavola rotonda sulla riforma economica, il vertice di tre giorni convocato dal ministro del Tesoro Jim Chalmers con l’obiettivo di individuare strategie per migliorare la produttività, rafforzare la resilienza economica e garantire la sostenibilità del bilancio pubblico.

La prima giornata è stata inaugurata con i discorsi di apertura del Primo ministro e dello stesso Chalmers, che hanno delineato lo spirito della conferenza: un’occasione concreta e operativa, pensata per superare il simbolismo delle tavole rotonde e generare proposte politicamente attuabili. Il Primo ministro ha sottolineato l’opportunità della Tavola rotonda come vera sede per validare idee e politiche, e non solo un incontro volto alla visibilità mediatica.

Subito dopo, Michele Bullock, governatrice della Reserve Bank of Australia, ha presentato un’analisi aggiornata sulle principali tendenze della produttività nel Paese, sottolineando i pressanti venti contrari internazionali sull’Australia e la necessità di rafforzare la produttività interna per contrastare le pressioni globali. Il forum nazionale ha coinvolto figure di spicco della politica, del mondo imprenditoriale, delle organizzazioni sindacali, della società civile e del settore accademico.

Il primo giorno di lavori, focalizzato su “International risks, opportunities and trade” (rischi internazionali, opportunità e commercio), ha esaminato come i fattori di instabilità dell’economia mondiale (i Paesi emergenti del gruppo BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – che hanno avuto un rapido sviluppo economico caratterizzato da instabilità, ndr), dalla geopolitica all’innovazione globale, impattano sulle prospettive economiche australiane.

Nel corso della Tavola rotonda, a porte chiuse, è emerso il tema della semplificazione normativa, considerata una leva chiave per sbloccare investimenti, in particolare nei settori dell’edilizia e dell’energia. 

In parallelo, è stato evidenziato il bisogno urgente di sbloccare la vitalità dell’innovazione australiana, attraverso incentivi mirati al capitale privato, un ruolo attivo degli investimenti pubblici e tempi più rapidi per l’approvazione di progetti infrastrutturali e tecnologici.

I temi al centro delle discussioni sono stati la leva formativa proposta dalla confederazione sindacale ACTU: una tassa pari all’1,5% delle buste paga per finanziare la formazione, che ha suscitato forti resistenze da parte delle imprese per timori di oneri e inefficienza, mentre i sindacati la considerano un investimento necessario; il via libera all’innovazione tecnologica, con particolare attenzione all’adozione dell’AI (intelligenza artificiale) e all’inserimento di competenze digitali già nei programmi scolastici: il riconoscimento più rapido delle qualifiche straniere, per migliorare la mobilità del lavoro e l’inclusione; l’equa distribuzione dei benefici della produttività: si sottolinea l’importanza di garantire che aumenti nei livelli di produttività si traducano in salari più elevati e un migliore tenore di vita per i lavoratori; le riforme istituzionali e fiscali con proposte quali un carbon price nazionale, il taglio dell’imposta societaria al 20% accompagnata da una nuova imposta sul flusso di cassa del 5% e una regolamentazione sul copyright più favorevole all’innovazione (AI, in primis).

Inoltre, si è discusso di politiche flessibili di lavoro, tra cui la settimana lavorativa di quattro giorni come possibile leva per aumentare la produttività e migliorare la qualità della vita. Mentre alcuni osservatori hanno espresso scetticismo sull’effettiva capacità del forum di produrre risultati concreti, definendolo un potenziale talk-shop senza esiti reali, si sono registrati segnali di apertura verso riforme audaci: dalla tecnologia all’equità salariale, fino al miglioramento dell’efficienza normativa.

L’edilizia abitativa ha dominato la seconda giornata del summit economico. La presidente della Productivity Commission, Danielle Wood, che ha aperto la sessione, ha spiegato che le approvazioni ambientali rappresentano il maggior freno alla costruzione di più case, sottolineando che il risultato degli “intricati cavilli burocratici in ogni angolo della nostra economia” sono enormi ritardi nei tempi di approvazione per l’edificazione di case e per progetti infrastrutturali che riducono la produttività.

Il ministro del Tesoro si è detto ottimista che il forum saprà identificare strategie per ridurre i cavilli burocratici e i tempi di approvazione dell’edificazione di case, senza peraltro impattare negativamente sull’ambiente. La terza e ultima giornata, oggi, sarà dedicata a sostenibilità del bilancio e riforma fiscale.

L’opposizione rimane critica e il suo portavoce al Tesoro, Ted O’Brien, che ha definito la Tavola rotonda come la prova più importante per Chalmers, ha detto: “L’Australia ha subìto il maggiore declino del tenore di vita di tutte le nazioni sviluppate a causa delle azioni di questo governo”.

La Tavola rotonda sulla produttività non è una semplice occasione di discussione, ma un evento strategico per orientare il futuro dell’economia australiana. 

Il confronto tra stakeholders sta permettendo di esplorare numerose soluzioni: dalla tecnologia all’istruzione, dalla fiscalità all’equità sul posto di lavoro. Tuttavia, il vero banco di prova sarà la capacità del governo di tradurre questi stimoli in politiche efficaci, sostenibili e baluardo di un futuro più produttivo e inclusivo.