MELBOURNE - Nel cuore di Epping, lungo un’autostrada ampia e lunga, tipicamente australiana, ci si può improvvisamente trovare in una delle regioni più piccole e sconosciute d’Italia, dalla storia e dalle tradizioni culinarie affascinanti: l’Abruzzo.
È quello che hanno scoperto gli studenti dell’Anno 10 del Penola Catholic College di Broadmeadows in visita ad Abruzzo Lab, un concept che unisce l’idea di ristorante, alimentari e bar dal gusto non solo italiano ma specificatamente abruzzese. Il gruppo di ragazzi, accompagnato dall’insegnante Anna Favrin, aveva studiato in classe le regioni italiane e la cucina regionale, tra cui in particolare l’Abruzzo, così, per finire il corso in bellezza, siamo andati a gustare le delizie offerte dall’Abruzzo Lab, gestito da Michelle Di Pietro, di origini abruzzesi.
Già all’entrata si viene accolti da una visione di prodotti tipici della regione, tra cui salumi e pasta dei migliori marchi italiani. Sulla parete di fronte, una Michelle in versione disegnata ci racconta l’inizio della sua storia, con la figura di lei a metà tra l’Italia e l’Australia con in mano un filo che lega l’Abruzzo al Victoria: If it’s time to leave Abruzzo, I will bring Abruzzo with me, “Se è ora di lasciare l’Abruzzo, porterò l’Abruzzo con me”. Michelle è una ragazza giovane piena di energia e passione, con le idee molto chiare.
Dopo un viaggio in Italia alla scoperta delle sue origini, Michelle ha deciso di importare in Australia l’esperienza che ha vissuto in Abruzzo e che già custodiva gelosamente come parte del suo DNA.
Una volta accomodati ai tavoli, iniziamo questo viaggio tra i racconti di Michelle che ci spiega il processo di preparazione dei piatti e ci mostra gli attrezzi antichi e tradizionali usati da sua nonna, come il telaio per fare gli spaghetti alla chitarra o i ferri per preparare le pizzelle.
Il menu offerto è composto da otto portate, una più buona dell’altra: dalle pallotte cacio e ova al formaggio fritto e i fiadoni ripieni di quattro tipi di formaggi diversi, seguiti dal timballo e dagli spaghetti alla chitarra. Il timballo appare molto simile ad una lasagna, ma Michelle ci mostra come formare gli strati di pasta: al posto delle sfoglie, vengono usate delle crespelle sottilissime, messe una sopra all’altra in un tegame.
Protagonisti assoluti di questo pranzo sono gli arrosticini, che vengono offerti in diverse varianti tra cui ovviamente quella tradizionale di pecora. La brace dove vengono cotti, si trova in sala dietro una vetrata, così si può osservare la loro preparazione al riparo dal fumo, con l’acquolina in bocca. L’Abruzzo è una regione molto legata alla terra, un’area che storicamente è stata attraversata da pastori e dalle loro storie di transumanza, per questo carni e formaggi abbondano nel menù.
A pancia piena, arriviamo al gustoso dessert chiamato pizza dolce, che ha l’aspetto di una torta zuppa inglese. Per finire, un bell’espresso preparato direttamente dalla macchina del caffè in vista in un’area della sala che ricorda tanto un tradizionale bar italiano.
Alla fine di questo percorso, ci sembra di essere entrati in un piccolo varco spazio-temporale, dove abbiamo ricordato sapori di casa, come il formaggio fritto che assomiglia a quello preparato dalle nonne molisane, e fatto nuove scoperte di cui non eravamo a conoscenza neanche quando abitavamo in Italia.
Abruzzo Lab: se si tratta di un esperimento, possiamo dire che è certamente ben riuscito!