Leggenda vuole che Michael Jackson per anni scrisse alla Regina Elisabetta lamentando di non essere mai stato insignito del titolo di Baronetto: “Sono la più grande star del mondo, perché non sono ‘Sir’ Michael Jackson? Cos’ho che non va?”, si lagnava il re assoluto della storia del pop. Pare che sua maestà non lo degnò mai nemmeno di una risposta e a una prima occhiata, per chi avesse vissuto gli ultimi 70 anni su un altro pianeta, si potrebbe pensare che la famiglia reale avesse una visione aristocratica e rigidamente perbenista, ferma a stereotipi piuttosto antiquati. 

Invece uno degli straordinari pregi della defunta Elisabetta fu, al contrario, quello di far convivere l’etichetta imposta da una tradizione troppo più antica di lei con un’immagine pop che l’ha resa particolarmente cara non solo al popolo inglese, ma anche a quello mondiale, e in più non l’ha mai trovata disattenta dinanzi ai fenomeni culturali, anche pop/rock, che hanno caratterizzato la sua epoca.

Il pensiero vola subito all’ottobre del 1966, quando quattro ragazzi di Liverpool, i Beatles, stanno mandando in visibilio l’intero globo con la loro musica rivoluzionaria in termini di sound e modalità di espressione; la nomina a Membri dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla regina Elisabetta II avvenne a seguito di richieste popolari e fu sostenuta dall’allora primo ministro Harold Wilson. La motivazione ufficiale del riconoscimento fu di aver reso dei preziosi benefici alle esportazioni inglesi, solo in seguito furono riconosciuti i meriti musicali, culturali e sociali del quartetto.

I Beatles non furono i primi musicisti a ricevere questa importante onorificenza, ma furono i primi appartenenti al mondo del rock, a quanto di più lontano, perlomeno sulla carta, potesse culturalmente manifestarsi all’ombra di Buckingham Palace e gli unici di una band ad essere nominati contemporaneamente.Non solo, tra loro ci fu anche il primo in assoluto a rinunciare alla medaglia della Regina, John Lennon, era il 1969, in segno di protesta per il ruolo del Regno Unito nel Biafra e contro l’appoggio agli Stati Uniti in Vietnam. Ma non fu l’unico, pare che anche David Bowie nel 2003 abbia rifiutato l’onore, così come tre anni più tardi Paul Weller dei Jam.

Riguardo i Beatles, diverso il percorso di Paul McCartney e Ringo Starr, che furono invece promossi al grado di Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico, il che comporta il diritto al titolo di “Sir” davanti al nome.

Per assistere alla cerimonia di consegna di una medaglia dell’Ordine dell’Impero Britannico consegnata ad un altro personaggio del pop inglese si dovrà aspettare la fine del 1978, protagonista Olivia Newton-John, che quell’anno aveva recitato in “Grease”, il musical la cui colonna sonora quell’anno vendette 38 milioni di copie. Anche lei farà un passo più avanti nelle gerarchie monarchiche nel 2019 diventando Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico, solo tre anni prima di morire, lo scorso agosto.

Ancora una lunga pausa prima di ritornare ad ammiccare al pop, era il 1995 infatti quando tocca a Elton John ricevere il titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico. Un artista che forse più di tutti fu testimone dell’intensa storia della famiglia reale in quello che fu, fino alla morte stessa della regina Elisabetta, uno dei periodi più difficili, ovvero gli anni della separazione da Carlo e poi del drammatico incidente a Lady Diana, alla quale il cantautore londinese era legato da un fortissimo legame di amicizia.
Nel 1996 fu Van Morrison, polistrumentista di Belfast, tra i più preparati artisti di sempre, a divenire Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Passano due anni e il prestigioso titolo finisce anche sul nome di Tom Jones, icona assoluta della storia della musica mondiale. Una delle annate più prolifiche in termini di onorificenze è il 1999, quando Julie Andrews, consegnata alla storia anche della musica grazie all’interpretazione dell’eterna “Mary Poppins”, diventa Dama di Commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico; quello è anche l’anno di Dusty Springfield e Mark Knopfler. 

Anche Mick Jagger a un certo punto della sua carriera non riuscì a celare il proprio disappunto per non aver ancora ricevuto un riconoscimento regale, traguardo che raggiungerà solo nel 2002, non prima che la stampa inglese gli rispondesse che la sua vita all’insegna di sesso droga e rock and roll non gli permetteva di essere preso in considerazione.

Il 2004 fu l’anno dei chitarristi, ricevettero infatti la nomina Brian May, Eric Clapton e Jimmy Page. L’anno dopo fu Rod Stewart ad essere insignito del titolo, mentre il 2007 fu l’anno di Bono, leader degli U2. Due anni dopo la medaglia finirà a cingere il collo di un altro Led Zeppelin, Robert Plant. 

Nel 2010 l’onore spetta a Annie Lennox, una delle poche artiste donne (perlomeno per quel che riguarda la cultura pop contemporanea) a riceverlo, seguirà due anni dopo la nomina di Kate Bush. Tra le donne insignite negli anni successivi ci sono Adele, Victoria Beckham, conosciuta anche come la Posh Spice delle Spice Girls per concludere nel 2018 con la nomina della rapper Ms. Dynamite.