Ilario Palma è nato a Larino (in provincia di Campobasso) e si è avvicinato alla musica da piccolissimo, iniziando a studiare batteria e percussioni sulle orme del padre: “Avevo circa sei anni quando mi sono iscritto a una scuola privata di musica, a otto anni suonavo e mi esibivo con un’orchestra giovanile e poi l’esperienza al conservatorio Lorenzo Perosi di Campobasso è iniziata all’età di 11 anni”, ha raccontato Ilario in un’intervista al giornale. 

Dopo una parentesi di vita e studio a Londra, dove ha trascorso quattro anni, nel 2015 il musicista e produttore ha deciso di tornare in Molise: “Ho lasciato tutto e sono tornato a Larino, un paesino di circa 6mila abitanti dove ho deciso di rimettere radici e dove oggi vivo”. Appena un anno più tardi ha pubblicato su YouTube Nato in Molise (un brano ironico in cui si parla delle bellezze e dei difetti della Regione) che riceve migliaia di visualizzazioni in breve tempo e grande popolarità; ha poi continuato su una scia elettropop con altri brani come Tramonto fino alla recente pubblicazione del concept album Club 27, completamente autoprodotto anche grazie a un fundraising per finanziare il disco.

In Molise, Ilario si divide tra la produzione musicale e l’insegnamento, due passioni a cui dedica il suo tempo e la sua dedizione: “Durante gli anni di studio al conservatorio, è nata in me una passione per la scrittura e composizione e nel corso del tempo ho capito che mi piaceva più scrivere che suonare, preferivo isolarmi dalle dinamiche dell’ambiente artistico concentrandomi nella scrittura”, ha raccontato, descrivendo la sua vita in quarantena, dovuta alla pandemia di Covid-19, simile a quella di tutti i giorni: “Il mio stile di vita è molto isolato per il mio impegno produttivo e di scrittura e anche per il fatto che vivo in un piccolo paesino. La mia vita non è stata sconvolta dal virus e ho accettato serenamente questo periodo di isolamento”. 

Dal punto di vista dell’insegnamento, invece, tutto sembra essere cambiato a causa della pandemia: “La didattica a distanza ha obbligato moltissimi docenti a mettersi al passo con i tempi. Il cambiamento che abbiamo visto in questo ultimo periodo è stato molto positivo, per me come per tantissimi altri insegnanti e per la scuola pubblica perché siamo stati obbligati a fare tre passi avanti verso la tecnologia e l’uso dei software online”, ha continuato Ilario.

Molti docenti incaricati dell’educazione delle nuove generazioni di studenti non hanno idea di come usare la tecnologia nel loro lavoro, situazione che ora è cambiata drasticamente grazie alla Dad (didattica a distanza, ndr): “Bisognerebbe che studenti e insegnanti fossero alla pari per quanto riguarda gli strumenti che utilizziamo in classe”.

È proprio grazie alle piattaforme di streaming, come Google Meet, che si svolgono videoconferenze e tramite Google Classroom si possono tenere annotazioni e mandare i compiti agli studenti, caricare video online e in generale comunicare con i ragazzi anche da casa.