Un viaggio lungo, travagliato, un’odissea. Ha voluto così definire il suo ultimo impegno professionale, il celebre artista italo-australiano Marco Luccio, forse ispirandosi proprio agli adattamenti di miti greci che l’hanno avvinto alla tela nel corso degli ultimi cinque anni.

Oggi risorge – dopo lungo tempo tra puntesecche, acqueforti, disegni a carboncino, collagrafie e matite – per presentare il libro Tales from the Greek, scritto dal pluripremiato John Hughes e arricchito delle sue opere artistiche; il testo ha ispirato anche un’omonima mostra al fortyfivedownstairs, una delle più grandi esposizioni, per dimensioni e ambizioni, nei suoi oltre trent’anni di carriera.

Dopo la felice collaborazione del 2013 con The Garden of Sorrows, i due professionisti si sono ritrovati di nuovo per la straordinaria raccolta di otto adattamenti narrativi di miti e tragedie greche.

“Quando ho letto le storie per la prima volta, ho compreso da subito l’imponenza del progetto – ha raccontato Luccio –. Le sue parole hanno immediatamente ispirato tante idee e mi hanno posto di fronte a temi universali come l’amore, il potere, la guerra, l’odio, la vendetta, la tristezza e l’ambizione. Amo mettermi alla prova e sono costantemente alla ricerca di nuovi modi per espandere la mia capacità artistica e la mia portata creativa; era l’occasione perfetta per sfidare le mie capacità”.

Lo scrittore John Hughes

Nell’opera monumentale, che conta ben 401 pagine in un formato coffee table, vengono armoniosamente incorporate le versioni del Filottete di Sofocle, dell’Antigone – che inverte la freccia del tempo per permettere all’esistenza del protagonista di scorrere come un film al contrario, ed esplorare le implicazioni paradossali del vivere in una famiglia che è stata maledetta –, e ancora, l’Orestea di Eschilo, l’Ecuba di Euripide e nuove rappresentazioni evocative di Dedalo e Icaro, Sisifo e Achille.

“Ogni storia ha richiesto tempo per essere assorbita, e molta riflessione – ha continuato l’artista –; anche nei miei periodi a New York, al Metropolitan Museum of Art, ho disegnato numerose bozze e schizzi per seguire l’ispirazione fugace che giungeva nel corso degli anni”.

Dopo l’ultima iniziativa artistica per combattere lo smarrimento della pandemia, The Albatross Project, due albatri che incrociano i loro becchi in direzione del testo ‘Love, Hope, Trust’, in forma di poster in giro per le città di Melbourne e Sydney, Marco Luccio si ripresenta oggi al pubblico con una visione innovativa e opere d’arte che esplodono di chiaroscuri e tagli scultorei, personaggi che quasi sfuggono dalla pagina.

“Ho conosciuto John durante il periodo della mia residenza artistica alla Sydney Grammar; si è avvicinato per propormi di collaborare al suo libro The Garden of Sorrows, perché mi aveva osservato mentre disegnavo con la tecnica puntasecca – ha raccontato –. Per questo secondo progetto, i suoi adattamenti narrativi hanno immediatamente ispirato il mio disegno. Ho iniziato da subito a preparare piccole cornici di storie, circa venti o trenta per ciascun racconto, per poi svilupparle in opere molto più estese. L’intenzione finale era avere più illustrazioni possibili per il libro, per dare al lettore la possibilità di spaziare dalla parola alla raffigurazione artistica il più possibile”.

La copertina del libro Tales from the Greek

Sfogliando le pagine di Tales from the Greek emerge il senso di ricerca e di interpretazione di Hughes, e il sangue, la brutalità, il pathos e la chiarezza delle opere di Luccio. Racconti intimi e solenni, immagini tanto selvagge e sobrie, l’equivalente visivo di una complessità narrativa che torna indietro nel tempo fino alle origini della letteratura.

Il libro è già in pre-vendita per le prime 500 copie sul sito; l’evento ufficiale per il lancio della pubblicazione è previsto per il prossimo 19 novembre.