Lo scorso martedì 2 agosto 2022, una cinquantina di allegri e spensierati commensali di tutte le età erano presenti alla tanto attesa e ben organizzata riunione con cena presso il ristorante italiano ‘Il Palazzo’, di Maribyrnong, per celebrare il 70esimo anniversario dell’arrivo in Australia di 13 baldanzosi giovanotti partiti da Petrella Tifernina, piccolo borgo del Molise, non troppo distante dal capoluogo regionale, Campobasso.

Una serata voluta per stare insieme, in una riunione di amici e familiari legati dalla comune origine molisana, tutti a rievocare ricordi, aneddoti e a parlare delle straordinarie avventure che hanno dovuto affrontare e superare, tra una portata della cena e un buon bicchiere di vino. Presenti ai tavoli i figli e figlie ascoltati dai loro attenti e curiosi giovani familiari.

Degli originali ‘Magnifici 13’ amici petrellesi che il 21 giugno 1952 lasciavano il paese natìo in direzione di Brindisi per imbarcarsi sulla motonave ‘San Giorgio’, diretta per l’Australia (la nave attraccò sul molo di Port Melbourne il 2 agosto 1952), solo due superstiti erano presenti alla riunione di martedì scorso: il 91enne Antonio Marinelli (giunto in Australia a soli 19 anni) e l’89enne Domenico Rateni, giunto in Australia a 21 anni, ad accompagnarli, al ristorante Il Palazzo, molti loro familiari.

Da Petrella Tifernina, piccolo e pittoresco centro in provincia di Campobasso, che nel 1952 contava circa 3.000 abitanti e oggi appena 1.200, per i 13 baldi giovanotti del luogo, così come per molti loro coetanei in diversi paesi del Molise e del resto d’Italia, l’unica via d’uscita per superare il disagio e la disperazione per la mancanza di lavoro e di opportunità, con la prospettiva di un futuro incerto e poco edificante, l’unico spiraglio e la sola alternativa per un domani di benessere e prosperità, erano rappresentati dall’emigrazione. Fu così, infatti, che dagli anni ‘50 e fino ai primi anni ‘70, inizia l’esodo degli abitanti di Petrella Tifernina, come di quelli di tante altre piccole e grandi realtà italiane per il Canada, Argentina, Brasile, Venezuela, Inghilterra, Belgio, Francia e anche per la lontanissima Australia. Sebbene le destinazioni variassero, la loro finalità era la stessa: si trattava di giovani ansiosi di poter andare a vivere una vita migliore. 

“Questa è un po’ la storia di quei 13 giovani intrepidi molisani – ha ricordato Joe Marinelli, uno degli organizzatori della serata, figlio di Antonio Marinelli - che scelsero di emigrare in Australia, qui ai confini del mondo, a inseguire il loro sogno di benessere per loro e per i propri figli”. 

Antonio Marinelli oltre a essere papà di due figli, è nonno di due nipoti. Domenico Rateni, invece, ha due figli, tre nipoti e tre pro-nipoti. I 13 giovani erano: Carlo Carrea, Antonio Di Lallo, Armando e Carmine Di Lisio, Orlando Di Stefano, Antonio, Giuseppe e Michele Marinelli, Domenico Rateni, Giuseppe Stelluto, Michele Valente, Pasquale Vignale e Paolo Viglione. Ce li possiamo immaginare a Petrella Tifernina la sera precedente della partenza, all’alba, tutti a salutare e abbracciare i propri familiari, parenti e amici mostrando loro, con orgoglio, il tanto sospirato biglietto di viaggio sponsorizzato dal governo australiano. Così dopo sei settimane di viaggio i 13 giovani petrellesi, sbarcati a Port Melbourne, vennero fatti salire a bordo di un treno che li avrebbe condotti fino al Nord del Victoria, al confine  con il New South Wales, a Bonegilla, il grande campo di accoglienza e smistamento degli emigrati di tante lingue e culture europei. Da lì gli emigrati venivano mandati dove c’era urgente bisogno di mano d’opera. Ad esempio, a tagliare canna da zucchero nelle immense piantagioni del Nord Queensland, o presso i grandi terreni di ricche famiglie di allevatori con migliaia di animali. 

Ma dopo tanto vagare in altri Stati ed essere stati impiegati in tanti e diversi lavori, dopo circa 15 mesi dal loro arrivo i 13 giovani petrellesi si sono ritrovati di nuovo nei dintorni della grande zona industriale di Footscray-Newport-Altona-Sunshine, a ovest di Melbourne, dove tutti ben presto avevano trovato lavoro presso le numerose fabbriche e aziende industriali che erano costantemente alla ricerca di mano d’opera e di giovani forti, entusiasti e senza timore di sporcarsi le mani, che quindi avevano la possibilità di firmare contratti a lunga scadenza e lavoro duraturo di ogni genere, opportunità lavorativa che in molti casi includeva anche alloggio gratis o, comunque, a buon prezzo.

Il ricordo di Antonio Marinelli è pieno di emozione: “Avevamo azzeccato bene, aver scelto l’Australia come nuovo luogo dove poter lavorare anche in mestieri che non avevamo mai fatto, ci siamo riusciti e l’abbiamo fatto senza tante preoccupazioni, in poco tempo, imparando bene come fare… e ogni fine settimana, ci sembrava un miracolo, avere la busta paga in tasca!”

Tanta partecipazione emotiva anche nelle parole del figlio di Antonio, Joe Marinelli, a cui si deve la perfetta organizzazione della riunione: “E pensare che ancora oggi abbiamo tra noi due dei 13 petrellesi giunti qui a Melbourne con la nave che, segno del destino, portava lo stesso nome del Santo Patrono di Petrella Tifernina, ‘San Giorgio’, e dopo tutto questo tempo è proprio straordinario che siamo riusciti a organizzare, senza intoppi, questa serata speciale proprio per celebrare questo avvenimento”.

Joe fa una pausa e riprende il suo racconto, in inglese, per essere meglio compreso dai tanti giovani amici e parenti presenti: “Tutti e 13 i giovani trascorsero i primi anni lavorando un po’ dappertutto in Australia. Lavorando duro per mettere da parte ottimi risparmi, dovendosi impegnare per imparare bene la lingua inglese e assorbire usi, costumi e abitudini di questo generoso Paese, prima di ritrovarsi insieme e iniziare daccapo, proprio nei paraggi rispetto a dove siamo questa sera, a Footscray, Maribyrnong, e tutta la grande zona industriale a ovest di Melbourne. Qui, dove tutti loro trovarono non solo lavoro presso le grandi aziende e industrie di allora e i grandi magazzini per l’esportazione di lana pregiata, ma anche la loro prima casetta di legno, a buon prezzo, per farsi raggiungere finalmente dalla giovane compaesana che avevano sposato per procura, e accoglierla nella loro prima abitazione. Giunsero qui senza soldi in tasca ma con tanti sogni da poter realizzare, con occhi aperti a tutto ciò che si presentava loro – le amicizie, ma, per di più, il legame che è durato tutta la vita. E meno male che hanno scelto l’Australia perché forse molti di noi, qui, stasera non saremmo mai nati se non fosse stato per loro. Perciò grazie a te, papà Antonio, e grazie a Domenico e agli altri 11 paesani. Ma – ha aggiunto Joe Marinelli - grazie a voi anche per aver promosso l’Australia fra i compaesani del Molise e, di conseguenza, aver aperto la strada ad altre due ondate di emigrati che sono giunti qui nel corso di parecchi anni dopo di voi andando a formare a Melbourne una bella e numerosa comunità di petrellesi. Della seconda ondata mi piace ricordare le famiglie Valente, Tamburrelli, Di Stefano, Moreno, Colasurdo e parecchie altre”.

Trent’anni fa il gruppo dei petrellesi si era già riunito per una simile celebrazione presso l’allora ‘501 Reception Centre’ di West Footscray. Venti anni or sono la storica serata con cena e musica è stata organizzata, invece, presso l’Altona Italian Social Club (la ricordo bene per essere stato invitato alla serata speciale a coprire il ruolo di maestro di cerimonia, ndr); lungo le pareti 76 fotografie, formato gigante, esposte su grandi pannelli, raccontavano la storia dei “Magnificent 13 Petrellesi”. 

Antonio Marinelli ricorda bene quella sera di trent’anni fa :“Alla riunione del 40esimo anniversario, nel 1992, all’appello mancavano due di noi, Armando Di Lisio e Orlando Di Stefano, tutte e due scomparsi, il primo in un incidente nel cantiere dove lavorava, a 66 anni, e l’altro in un tragico incidente stradale facendo ritorno a casa, a 61 anni”. 

“Dieci anni fa – ha aggiunto Joe Marinelli - sfortunatamente non siamo riusciti a programmare una serata come questa. Mia madre stava molto male proprio quando si doveva si organizzare questo evento e lei non potè partecipare. Perciò dopo questa riunione, la prossima potrebbe essere proprio quella del 2 agosto 2032, a celebrare l’80esimo anniversario. Intanto, però, ci rimane sempre il picnic annuale che organizziamo la prima domenica di marzo . Appuntamento quindi per domenica 5 marzo 2023, presso il Green Gully Reserve di Keilor Downs. In conclusione, grazie a voi tutti per aver risposto all’invito. Ad Antonio Rateni e a papà Domenico Marinelli e, agli altri 11 intrepidi giovanotti, diciamo grazie per il loro sacrificio. La loro amicizia ha creato una comunità di petrellesi dal lato opposto del mondo. Ed è grazie a loro che ognuno di noi ha avuto la meravigliosa opportunità di vivere in questo grande e generoso Paese che ci ha garantito lavoro, tanti buoni amici, la massima libertà di espressione in una fantastica qualità di vita e anche, se vogliamo, la gioia di appartenere al Carlton Football Club”. 

A concludere la serata il taglio della torta celebrativa da parte dei due pionieri seguito da un grande applauso e un brindisi con un tipico liquore molisano. 

Non è mancato, inoltre, un momento di silenziosa commozione nel ricordo dei loro amici e delle loro mogli che li hanno seguiti in questa terra, otto delle quali riposano insieme ai loro mariti nel cimitero di Footscray. 

Infatti, alla serata di celebrazione del 70esimo anniversario dall’arrivo in Australia, erano presenti solo le mogli di Carlo Carrea, Addolorata; di Antonio Di Lallo, Anita; di Giuseppe Marinelli, Antonietta; di Angelo Valente, Natalina; e di Paolo Viglione, Rosangela.

Dopo aver ringraziato il direttore del locale, Santo Costanzo, per il servizio e l’ospitalità e i suoi collaboratori, come Gianna Russo e altri, Joe Marinelli concludeva la significativa serata dei petrellesi di Melbourne con un ‘Evviva Petrella Tifernina’ e un ‘Evviva l’Australia’.