CANBERRA - Durante un’audizione del Senato, gli esperti legali hanno evidenziato come la proposta di dare all’ACMA (Australian Communications and Media Authority) il potere di multare le piattaforme digitali per contenuti ritenuti falsi e dannosi potrebbe risultare problematica.

Il sostegno al disegno di legge da parte dei senatori indipendenti sembra vacillare, lasciando in sospeso uno dei provvedimenti chiave del governo, al quale la Coalizione ha già dichiarato che voterà contro, mentre si infittiscono i dubbi sollevati dai senatori David Pocock, Jacqui Lambie, Tammy Tyrrell, Fatima Payman e Gerard Rennick. L’audizione ha visto critiche di alto profilo, con esperti costituzionalisti che hanno messo in dubbio la validità delle nuove norme.

La professoressa Anne Twomey ha espresso preoccupazioni serie, avvertendo che il disegno di legge potrebbe “andare orribilmente storto” nel tentativo di regolare i contenuti online. Pur non equiparando l’ACMA a un “ministero della verità”, Twomey ha sottolineato che l’obbligo per le aziende di social media di individuare cosa è “ragionevolmente verificabile come falso” potrebbe generare incertezze.

La costituzionalista ha evidenziato la difficoltà per i dipendenti delle tech company, spesso giovani e inesperti, di interpretare con accuratezza cosa possa essere dannoso in Australia, sostenendo che “esternalizzare la censura a corporazioni estere non è mai una buona idea”.

Lo studio legale McComish ha aggiunto che il disegno di legge non fornisce indicazioni sufficienti su come le piattaforme dovrebbero determinare la “verità” dei contenuti. Questo vuoto normativo potrebbe risultare in una falla legale importante. Twomey ha inoltre fatto notare una “confusione” tra il disegno di legge e il suo memorandum esplicativo, che potrebbe sollevare questioni costituzionali.

Il senatore Ross Cadell del partito Nazionale ha definito il disegno di legge “un provvedimento mal concepito”, contestando le dichiarazioni del ministro delle Comunicazioni Michelle Rowland, che aveva sostenuto l’esistenza di una consultazione approfondita. Cadell ha obiettato: “Allora come mai nessun testimone indipendente ha sostenuto che questo disegno di legge debba essere approvato così com’è?”