Per Lilly Rose Cavallin si è appena conclusa una settimana che rimarrà scolpita nella sua memoria per molti anni a venire: la 21enne studentessa di design del Box Hill Institute, infatti, ha partecipato con le sue creazioni alla sfilata dedicata agli studenti, in occasione della Melbourne Fashion week.

“Credo che la mia collezione sia stata scelta perché diversa” ha dichiarato Lilly. La peculiarità dei suoi abiti risiede nella scelta dei materiali utilizzati: “Ho usato pelle recuperata da automobili destinate agli sfasciacarrozze”.

Una decisione nata da diverse considerazioni, tra cui la volontà di lavorare attorno all’idea di sostenibilità, considerato che, quella della moda, è una delle industrie maggiormente inquinanti. La seconda ragione per utilizzare materiali di recupero è stata, come ha spiegato, più legata all’estetica: “L’ecopelle non garantisce lo stesso effetto né la medesima qualità della vera pelle, che è decisamente superiore”.

Così, armata di cacciavite, Lilly è andata alla ricerca di rottami d’auto per scardinare le coperture dei sedili e riutilizzarli per la sua collezione, che ha disegnato e cucito alternando alla pelle il neoprene ricavato da materiale riciclato e alcuni dettagli in fibra di carbonio, per richiamare il mondo industriale e dell’automobile. “La collezione ha un sapore futuristico, ispirato alla ‘streetwear’, e gli abiti sono comodi”, ha assicurato la stilista.

Sebbene il suo stile vari a seconda dell’ispirazione, alcuni elementi ricorrono, come le bordature e le linee: “I miei pezzi si caratterizzano per uno stile riconoscibile, anche se cambiano in base a dove traggo ispirazione”. Solitamente è il mondo naturale a offrire a Cavallin le idee per la collezione successiva: “La natura è sicuramente la mia fonte di ispirazione principale, ma anche quello che succede nel mondo e l’architettura hanno svolto un ruolo importante”.

Per quanto riguarda la fase creativa, la stilista non ha una routine precisa: è capitato che partisse da un disegno per confezionare i suoi abiti, ma spesso dall’immaginazione passa al drappeggio sul manichino con la stoffa calicò, il cosiddetto “tessuto della nonna”, con cui lavora prima di passare su carta e poi alla macchina da cucire, per mettere ordine alle idee. 

Lilly Cavallin non disegnava principesse o fatine quando era piccola, ma, come raccontano spesso i suoi genitori, “già a sei anni disegnava vestiti”. Un interesse che non l’ha più abbandonata, neanche quando, razionalmente, voleva accantonarlo perché “il mondo della moda è particolarmente competitivo e difficile”.

Scartata l’idea di non provarci neanche, la studentessa si è iscritta al Box Hill Institute per inseguire il suo sogno, fatto di fatica e studio, messo a frutto lavorando durante tutti gli anni post diploma per Thomas Cook, un marchio di moda australiana dove si sta formando per entrare alla fine del corso in design, come assistente stilista. Con la possibilità di imparare la teoria a scuola e metterla in pratica al lavoro, Lilly Cavallin ha accumulato un’esperienza unica, che vorrebbe in futuro portare all’estero.

“Mi piacerebbe viaggiare in Europa e in Italia, in particolare, per essere lì e vedere le cose mentre succedono. L’Australia è molto lontana; qui arriva tutto in ritardo”. 

E parlando di tendenze, Cavallin ha anticipato che, per il prossimo inverno, vedremo molti abbinamenti inaspettati, con tessuti di diverse consistenze abbinati fra loro a creare risultati interessanti, soprattutto negli accessori.