Piccoli passi, cambiamenti modesti, non è ancora il ‘Freedom Day’, non si tratta della fine del lockdown. Tuttavia, ci stiamo avvicinando. Più di 200mila residenti del Victoria, negli ultimi giorni, hanno collegato il proprio certificato di vaccinazione anti-Covid all’applicazione Service Victoria; le prove del governo statale per una ripresa dell’economia dello Stato, partendo dalla popolazione immunizzata, sono cominciate.

Da lunedì, infatti, alcune aree regionali – Bass Coast Shire, Warrnambool, Buloke, Greater Bendigo, Pyrenees e East Gippsland – che presentano un alto tasso di vaccinazione e un numero ridotto di casi COVID-19, sono state selezionate per partecipare alla cosiddetta “vaccinated economy trial”. Soltanto quattordici aziende sono state coinvolte per la sperimentazione del nuovo sistema, prima che il Victoria raggiunga l’obiettivo del 70% di cittadini completamente immunizzati, si spera entro il prossimo 26 ottobre.

Le attività sono state prese in considerazione in base alla loro capacità di soddisfare i requisiti COVIDSafe e di attuare le misure richieste per verificare lo stato di vaccinazione degli utenti prima che accedano ai siti, inclusa anche la necessità di aggiornare eventuali registri di visitatori e fornire feedback direttamente al governo del Victoria.

Per gli operatori coinvolti, il sistema per ora funziona senza alcuna difficoltà, anche se prevedono maggiori pressioni man mano che si uniranno sempre più aziende; al definitivo raggiungimento dell’80% di popolazione vaccinata con doppia dose, previsto intorno al 5 novembre, il processo sarà esteso a tutto il Victoria, permettendo soltanto ai cittadini immunizzati il ritorno verso l’agognata normalità.

“Il nostro staff è estremamente entusiasta di far parte della prova, siamo lieti di contribuire alla riapertura dello Stato – ha dichiarato Crystal Stubbs, direttrice dell’East Gippsland Art Gallery –. La nostra galleria è piuttosto piccola, quindi fino a oggi potevamo ospitare solo fino a venti visitatori alla volta. Ora ci è permesso averne trenta, un numero davvero prezioso per noi e per il nostro calendario, perché potremo finalmente ospitare più eventi e tenere di nuovo inaugurazioni di mostre che sono in pausa dallo scorso marzo”.

Sono però moltissime le attività commerciali del Victoria che, negli ultimi diciotto mesi, hanno avanzato profonde preoccupazioni di fronte ad alcuni attacchi verbali ricevuti da clienti contrari alle restrizioni anti-Covid o all’utilizzo della mascherina, ad esempio. Per tanti piccoli imprenditori, il nuovo sistema li lascerebbe soli nella delicata battaglia al rispetto delle leggi; per altri, invece, si tratta di una svolta per lo Stato.

“Abbiamo sicuramente ricevuto alcune lamentele dalla comunità – ha continuato la direttrice Stubbs –, ma allo stesso tempo tante persone adorabili sono venute a congratularsi per la nostra scelta di partecipare alla prova. Tanti visitatori sono addirittura venuti per la prima volta in galleria per testare l’applicazione e si sono divertiti a girovagare tra le sale”.

Jenna Gore e Trish Howden, proprietarie del salone di bellezza ‘Darlings of Beauty’ a Warrnambool

Per le proprietarie del salone di bellezza ‘Darlings of Beauty’ a Warrnambool, Jenna Gore e Trish Howden, non molto è cambiato rispetto alle settimane scorse; la manciata di casi attivi da COVID-19 nella loro zona di residenza costringe ancora i cittadini a casa, spaventati da un possibile contagio.

“Non siamo in isolamento qui a Warrnambool, quindi siamo da tempo abituate a lavorare con il sistema di check-in all’ingresso – ha dichiarato Gore –; adesso semplicemente chiediamo di controllare il certificato di vaccinazione e spieghiamo come collegarlo all’applicazione di Service Victoria. È forse la parte più complicata; per fortuna sta andando tutto per il meglio”.

Fino alla scorsa settimana, il salone poteva ricevere solo fino a dieci clienti; con l’introduzione del nuovo processo, avrà finalmente la possibilità di poter avere fino a trenta persone alla volta. “Abbiamo pensato di partecipare al programma perché pensiamo sia la cosa giusta – ha continuato Jenna Gore –. Speriamo che possa essere un buon motivo per spingere i nostri concittadini a tornare a uscire e a interagire all’interno della comunità. Siamo certe che non tutti saranno entusiasti di dover mostrare il certificato vaccinale, ma crediamo nella validità del sistema”.