GAZA - La rottura dell’accordo sul cessate il fuoco a Gaza da parte di Israele è ingiustificabile e ha causato oltre 300 vittime e centinaia di feriti. Secondo quanto riferisce all’Afp la Protezione civile di Gaza, sono almeno 436 le persone rimaste uccise dalla ripresa dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza, nella notte tra lunedì e martedì. Il portavoce del ministero della Sanità del governo di Hamas, Zaher al-Wahidi, ha confermato questo bilancio all’Afp che in precedenza aveva invece parlato di “970 morti in 48 ore” in una notizia poi annullata. 

Il portavoce sulle crisi umanitarie di Oxfam Italia, Paolo Pezzati, commentando i nuovi attacchi israeliani su Gaza, ha affermato che c’è il rischio di una catastrofe umanitaria. “In nessuna circostanza è ammissibile il continuo attacco sui civili e sulle infrastrutture essenziali da cui dipende la sopravvivenza della popolazione. La tregua che è stata rotta rappresentava l’unico barlume di speranza per 2 milioni di palestinesi allo stremo e per gli ostaggi israeliani rimasti” ha aggiunto Pezzati. La situazione umanitaria a Gaza dunque rimane drammatica, destinata ad aggravarsi.  

“Dall’inizio di marzo - ricorda - in coincidenza con l’inizio del Ramadan, Israele ha posto Gaza sotto un assedio totale impedendo l’ingresso di cibo, carburante e qualsiasi aiuto umanitario”. Secondo Pezzati “questa tragedia continua a consumarsi in primo luogo per la mancanza di volontà da parte della comunità internazionale nel riconoscere le violazioni del diritto internazionale commesse da Israele. Il diritto internazionale esiste per proteggere i civili ovunque e dovrebbe essere sostenuto universalmente”. Per questo - sottolinea Pezzati - “lanciamo un appello urgente affinché tutte le parti si rimettano subito al lavoro per ripristinare un cessate il fuoco immediato e duraturo”. 

Oxfam è intervenuta tempestivamente per rispondere agli enormi e crescenti bisogni della popolazione di Gaza. Un lavoro quotidiano che ha consentito dall’inizio della crisi di soccorrere oltre 1,2 milioni di persone nelle zone più colpite di Gaza, tra cui 150 mila solo negli ultimi 2 mesi. Vitale è stata la distribuzione di acqua pulita e cibo, di coperte e abiti caldi per affrontare l’inverno nei campi profughi dove sono stati installati servizi igienici.  

Un intervento che si intensificherà nei prossimi mesi - in particolare appena sarà consentito l’ingresso di nuovi aiuti umanitari - in soccorso delle comunità di sfollati più vulnerabili con l’obiettivo di fornire aiuti essenziali e ricostruire le infrastrutture idriche e igienico sanitarie indispensabili alla sopravvivenza della popolazione, limitando così la diffusione di epidemie. 

Intanto, oggi l’esercito israeliano ha annunciato l’avvio di operazioni di terra mirate a Gaza. A quanto riporta il Times of Israel, le operazioni hanno l’obbiettivo di espandere la zona cuscinetto. Le truppe della 252ª divisione sono entrate nel corridoio di Netzarim e hanno preso il controllo di metà dell’area, fino al corridoio Filadelfia. La brigata Golani è stata dispiegata nella parte meridionale del confine con Gaza, pronta a intervenire.