CATANIA - Etna protagonista in questo mese di febbraio di un’intensa attività esplosiva, e nell’area del capoluogo catanese si sono susseguiti boati molto forti, con un incremento delle eruzioni che hanno interessato il cratere di sud-est, attivo già da molti mesi e parzialmente collassato durante il picco, dove la sorgente del tremore rimane confinata nell'intervallo di profondità compreso tra 2.900 e 3.000 metri.

Tuttavia, pare che l’evento non sia particolarmente preoccupante dal punto di vista della pubblica sicurezza: le fontane di lava hanno raggiunto un’altezza di molte centinaia di metri, ma la colata lavica si è diretta come al solito verso la Valle del Bove, una conca in alta quota ben distante da qualunque centro abitato.

È intanto cominciata l’operzione di pulizia delle strade coperte da uno strato di cenere lavica e la conta dei danni a veicoli, immobili, coltivazioni e altro. La pioggia di cenere e lapilli lavici ha interessato anche l’aeroporto internazionale della città etnea, Fontanarossa, che ha dovuto temporaneamente interrompere l’operatività.

I parossismi sono una manifestazione tipica dell’attività vulcanica dell’Etna, e grazie alla tecnologia è possibile vedere direttamente con i propri occhi una delle attività più intense da diversi anni sul sito della sezione di Catania dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia.