STRASBURGO - Vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Per definire il ruolo che Raffaele Fitto avrà nella nuova Commissione occorre partire innanzitutto dal titolo e dal grado. Ed entrambi mostrano che nella partita tra Ursula von der Leyen e i gruppi filo-Ue del centrosinistra, ha vinto la prima.

Undici donne e 16 uomini; sei vicepresidenti esecutivi. Tra loro, Raffaele Fitto, con l’importante delega a Coesione e Riforme e con il compito di portare a compimento i Pnrr e supervisionare i portafogli di Allargamento, Pesca, Agricoltura e Trasporti.

La presidente della Commissione, con la ferma sponda del Ppe, ha portato quindi l’Italia e i conservatori a bordo. E ha cercato di placare le ire di socialisti e liberali dando loro dossier maggiormente incisivi. Il macroniano Stéphane Séjourné sarà il riferimento per le Politiche industriali e gli Affari economici. La spagnola Teresa Ribera, oltre alla Concorrenza, sarà il terminale di riferimento dei dossier climatici ed energetici. Giochi chiusi? No. Perché alle audizioni all’Eurocamera sarà battaglia tra i gruppi. E Fitto finirà nel mirino. Ma nonostante quello che potrebbe accadere in Parlamento, la struttura commissariale proposta dalla presidente von der Leyen offre una visione ben precisa del modo in cui intende rimodellare l’esecutivo per far fronte alle sfide così imponenti che interessano l’Unione Europea, dalla guerra della Russia contro l’Ucraina e la concorrenza sleale della Cina alla crescita economica stagnante, al rapido invecchiamento della popolazione, al costante aumento dei richiedenti asilo e alle diffuse devastazioni del cambiamento climatico.

“L’intero Collegio è impegnato per la competitività, ed è una delle principali raccomandazioni del rapporto Draghi”, ha spiegato von der Leyen presentando alla stampa a Strasburgo il suo esecutivo di “competenti e motivati”.

Un altro principio è che tutti i commissari - che rappresentano l’Ue e la sua causa comune e non il proprio Paese di provenienza - sono uguali e hanno la stessa responsabilità. “In questo spirito - ha spiegato von der Leyen - ogni vicepresidente esecutivo avrà anche un portafoglio su cui concentrarsi, per il quale dovrà lavorare con altri commissari. Perché ciò che riguarda la sicurezza riguarda la democrazia, ciò che riguarda l’economia riguarda la società e ciò che riguarda il clima e l’ambiente riguarda anche le persone e le imprese”. Anche per questo non ci saranno vicepresidenti non esecutivi. Per una “struttura più snella, più interattiva e interconnessa”.

La struttura è importante ma lo sono anche i nomi e soprattutto i loro partiti di provenienza. Nelle ultime settimana von der Leyen è stata impegnata in un intenso negoziato, da una parte con gli Stati e dall’altra con i gruppi che compongono la maggioranza che la sostiene. Non li ha accontentati tutti ma non sembra aver deluso nessuno. “Almeno 20 Stati hanno chiesto un portafoglio economico forte. Non è possibile avere 20 commissari con portafogli economici forti”, ha evidenziato precisando inoltre che i commissari sono “leader politici” non per forza con competenza nelle materie a loro affidate.

Per raggiungere il giusto compromesso fra tutti, o almeno provarci, ha scelto sei vicepresidenti esecutivi: quattro donne, due uomini, anche per dare un segnale sugli equilibri di genere. “Tre provenienti da Stati membri che hanno aderito prima della caduta della cortina di ferro. E tre da Stati membri che hanno aderito dopo la riunificazione dell’Europa. Dai Paesi baltici, nordici ed Europa orientale. Ministri e primi ministri. Background diversi. Ma tutti con un obiettivo comune: rendere l’Europa più forte”, ha annunciato la Presidente.

Oltre a Fitto, gli altri vicepresidenti esecutivi sono: Teresa Ribera (Spagna), Stéphane Séjourné (Francia), Kaja Kallas (Estonia); Henna Verkunnen (Finlandia), Roxana Minzatu (Romania). “Raffaele Fitto sarà vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città. Porterà la sua grande esperienza per modernizzare e rafforzare gli investimenti per la coesione e le politiche di crescita”. 

I commissari confermati da Ursula von der Leyen sono: Magnus Brunner (Austria) agli Affari interni e migrazione; Hadja Lahbib (Belgio)alla Preparazione, gestione delle crisi, uguaglianza; Ekaterina Zaharieva (Bulgaria) per Start-up, ricerca e innovazione; Dubravka Šuica (Croazia) al Mediterraneo; Costas Kadis (Cipro) alla Pesca e Oceani; Jozef Síkela (Repubblica Ceca) per i Partenariati internazionali; Dan Jorgensen (Danimarca) a Energia e alloggi; Apostolos Tzitzikostas (Grecia) per Trasporti sostenibili e turismo; Olivér Várhelyi (Ungheria) Salute e benessere animale; Michael McGrath (Irlanda) Democrazia, giustizia e Stato di diritto; Valdis Dombrovskis (Lettonia) all’Economia e produttività, implementazione e semplificazione; Andrius Kubilius (Lituania) alla Difesa e spazio; Christophe Hansen (Lussemburgo) per Agricoltura e alimentazione; Glenn Micallef (Malta) all’Equità intergenerazionale, gioventù, cultura e sport; Wopke Hoekstra (Paesi Bassi) al Clima, crescita pulita e obiettivi net-zero; Piotr Serafin (Polonia) al Bilancio, anti-frode, pubbliche amministrazioni; Maria Luís Albuquerque (Portogallo) per i Servizi finanziari; Maroš Šefcovic (Slovacchia) al Commercio e sicurezza economica, relazioni interistituzionali e trasparenza; Marta Kos (Slovenia) all’Allargamento; Jessika Roswall (Svezia) all’Ambiente, resilienza idrica ed economia circolare competitiva.