BRUXELLES - La dichiarazione di appoggio deriva dalla preoccupazione che l’incontro possa vedere Vladimir Putin e Donald Trump cercare di imporre le proprie condizioni per porre fine a una guerra durata tre anni e mezzo e mettere l’UE e l’Ucraina di fronte al fatto compiuto.

Trump, dopo aver minacciato per settimane nuove sanzioni contro la Russia, aveva annunciato venerdì che avrebbe incontrato Putin il 15 agosto in Alaska. Un funzionario della Casa Bianca avrebbe detto che Zelensky potrebbe partecipare, ma al momento sono previste solo trattative bilaterali tra Stati Uniti e Russia. Lo stesso capo del Cremlino ha escluso un incontro con Zelensky, affermando che le condizioni non sono ancora maturate.

Trump ha parlato di un possibile accordo basato sullo scambio di territori “a beneficio di entrambe le parti”, alimentando le preoccupazioni ucraine di dover cedere parte del proprio territorio. Zelensky ha ribadito che qualsiasi decisione presa senza il consenso dell’Ucraina sarebbe destinata a fallire.

Sabato, i leader di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Polonia, Finlandia e della Commissione europea hanno sottolineato che qualsiasi soluzione diplomatica deve tutelare la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa. Kaja Kallas, responsabile della politica estera europea, ha dichiarato che “gli Stati Uniti hanno il potere di costringere la Russia a negoziare seriamente” e che “qualsiasi accordo tra USA e Russia deve includere Ucraina e Unione europea”.

Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che il summit servirà a “testare Putin sulla sua serietà nel porre fine a questa terribile guerra”, ribadendo la necessità che l’Ucraina decida autonomamente il proprio futuro geopolitico. Rutte ha precisato che un accordo non potrà includere il riconoscimento legale del controllo russo su territori ucraini, anche se potrebbe esserci un riconoscimento de facto, paragonabile alla situazione post Seconda Guerra Mondiale nei Paesi Baltici.

Zelensky ha ringraziato chi sostiene l’Ucraina, affermando che “la fine della guerra deve essere giusta” e Kaja Kallas si e fatta portavoce di una contro-offerta da parte dell’Unione europea rispetto a quella preparata da Trump che prevede un cessate il fuoco quale condizione per ogni successivo negoziato.

Questa ultima posizione dei leader europei viene giudicata da Mosca come un tentativo in extremis di sabotare gli sforzi americani per trovare una risoluzione al conflitto.