Un articolo di Caterina Squillace
BRISBANE – Lo scorso 22 settembre presso la sede dell’Italian Language Centre del Co.As.It di Brisbane, si è tenuto un incontro intitolato ‘Paesaggio, arte e memoria: l’Italia raccontata dalle sue città’, il primo evento connesso alla XXV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, in collaborazione con il Consolato di Brisbane.
Il fulcro della serata è stata la presentazione della professoressa Federica De Rosa dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, che ha illustrato il rapporto specifico che fonde le città con il paesaggio, creando quello che viene comunemente denominato “museo a cielo aperto” quando si parla dell’Italia.
Lo scopo è dimostrare la tesi secondo cui le opere d’arte sono pensate e, talvolta anche realizzate, nello spazio in cui si trovano. Pertanto, non possono essere semplicemente staccate dal contesto ed esposte in un museo, in quanto si altererebbe la loro funzione e la loro fruizione risulterebbe snaturata o quanto meno penalizzata.
La professoressa De Rosa ha ripercorso la struttura, la forma e il concetto di città dal Medioevo ai giorni nostri, sottolineando la connessione indissolubile che esiste fra luoghi, edifici, monumenti e paesaggi. Per questa ragione, non possono essere “imballati” e musealizzati sradicandoli dal loro contesto paesaggistico e storico-culturale.
È stato anche sottolineato il concetto di patrimonio, che come indica l’etimologia stessa della parola, si riferisce all’eredità culturale dei padri di cui tutti dobbiamo essere custodi per poter mantenere la nostra identità. Non a caso, l’articolo 9 della Costituzione italiana si riferisce al dovere di concorrere alla salvaguardia e custodia del patrimonio.
Molto efficaci sono state le metafore usate dalla relatrice per spiegare in immagini la sua tesi, come quella che compara la città con l’immagine di un corpo umano che, a parte gli organi e lo scheletro, ha un’anima che la vive e ne fruisce.
Interessante anche la citazione da uno scritto dello storico dell’arte Tomaso Montanari, secondo il quale l’arte è come una mela attaccata al suo albero, che è il suo luogo di appartenenza.
La professoressa ha dunque concluso la sua presentazione invitando a godere le molteplici bellezze artistiche che arricchiscono le città italiane nel paesaggio e ambiente in cui sono state concepite e realizzate, piuttosto che negli spazi ristretti e avulsi dal contesto di una sala museale.