BRISBANE - L’ex premier del Queensland scenderà nuovamente in campo, questa volta per il Senato, dove sarà in corsa alle prossime elezioni federali, per il Partito liberaldemocratico (LDP). La conferma, pochi giorni dopo aver ufficializzato le dimissioni dal Partito liberalnazionale, del Queensland.
Newman, che sostiene di avere il sigillo d’approvazione di personaggi chiave nell’LNP, opterà per la quinta o sesta posizione di lista per il Senato in Queensland, contro il viceministro federale per le Condizioni femminili, Amanda Stoker, la fondatrice di One Nation, Pauline Hanson, e la verde, Penny Allman-Payne.
In un’intervista al quotidiano a carattere nazionale The Australian, Newman ha detto che il Partito liberaldemocratico gli ha chiesto di candidarsi per il Senato, ma di aver ricevuto offerte anche da One Nation e dal partito di Clive Palmer.
Battuto alle elezioni statali del 2015 dopo un solo mandato di governo e perdendo anche il seggio, Newman ha detto di essere pronto a tornare alla politica attiva, accusando il governo Morrison di inefficienza e inefficacia nella campagna vaccinale, e il Primo ministro di “non prendere mai una posizione precisa e condivisibile”.
Non volendo apparire solo critico del governo federale, Newman ha alzato la mira, anche a quello statale di Annastacia Palaszczuk, rea di aver accumulato debiti e pesanti oneri sugli imprenditori, con i continui lockdown a singhiozzo, negli ultimi 18 mesi, pur riconoscendo che quello attuale era necessario per arginare la minaccia della variante Delta, e l’esigua percentuale di persone vaccinate.
“Sei anni fa ho dichiarato che si era conclusa la mia carriera politica, ma non posso rimanere a guardare mentre l’Australia va alla deriva per la scarsa gestione della pandemia da parte delle forze politiche”, ha affermato Newman, nello stesso comunicato nel quale ha accusato Scott Morrison di presiedere un governo “molto poco liberale”.
“I liberali sono paladini dei governi piccoli; quello di Morrison invece è un governo esagerato, quindi molto poco liberale, mentre Albanese (il leader dell’opposizione, ndr) rappresenta una forma di socialismo sorpassata, destinata a riempirci di debiti e distruggere la nostra identità e la nostra cultura”.
Newman ha detto di aver ricevuto forti espressioni di sostegno da parte di membri e dirigenti dell’LNP in Queensland, in preda a tensioni interne da due anni a questa parte: “Posso dire che nelle ultime due settimane mi hanno chiamato tre ex presidenti, incoraggiandomi a candidarmi, ex tesorieri del Partito e funzionari – ha detto Newman, rifiutando di identificare i suoi sostenitori -, e non mi stupirei se con l’incremento della base dei liberaldemocratici, ci potrebbero essere delle defezioni dall’LNP perché delusi dai politici di governo”.
Il senatore laburista, Anthony Chisholm, coordinatore della campagna che ha visto la disfatta del governo Newman, dubita che l’elettorato del Queensland sosterrà la sua elezione al Senato: “Campbell Newman ha presieduto un governo tra i più autoritari e detestati nella storia del nostro Stato. Non penso che gli elettori del Queensland lo abbiano scordato”, ha detto il senatore laburista che punta alla rielezione al prossimo appuntamento alle urne, entro marzo del prossimo anno.
Alle ultime elezioni l’LNP si è assicurato tre senatori del Queensland, uno è andato ai laburisti, uno a One Nation, e uno ai verdi. Il Partito liberaldemocratico non ha mai vinto un seggio in Queensland, né alle elezioni federali né quelle statali.
I sondaggi prevedono che i laburisti migliorino la prestazione, dopo il disastroso risultato elettorale in Queensland nel 2019, quando si sono attestati il 22% del voto statale, al Senato. Newman avrà bisogno di assicurarsi il 14,3% dei voti per poter venire eletto.