MELBOURNE – Nuovo scossone all’interno del Partito liberale del Victoria. All’indomani della condanna per diffamazione contro il leader dell’opposizione John Pesutto nella causa intentata da Moira Deeming, un membro del governo ombra ha annunciato le sue dimissioni in polemica con l’attuale leadership.

Sam Groth, deputato al primo mandato, considerato un possibile futuro leader, ha annunciato di non poter continuare a ricoprire il suo ruolo di responsabile dei portafogli della Gioventù, del Turismo, dello Sport e dei Grandi eventi.

“Alla luce della sentenza della Corte Federale contro John Pesutto e della sua successiva decisione di rimanere leader dei liberali, ho deciso di dimettermi dalla sua compagine di governo”, ha dichiarato il parlamentare, 37 anni, in un comunicato.

Groth, ex tennista professionista ritiratosi dopo gli Australian Open del 2018, non ha dato indicazioni di voler sfidare Pesutto in tempi brevi, ma a luglio aveva confermato al quotidiano Herald Sun di aspirare a diventare premier.

La decisione del ministro ombra di dimettersi ha spaccato il partito, tra chi lo ha elogiato e altri che hanno criticato la sua mossa definendola “un gesto avventato”. Un deputato liberale, che ha voluto rimanere anonimo, parlando all’agenzia AAP ha messo in dubbio le credenziali di Groth per ambire alla leadership. “Non ha alcuna possibilità di ottenere i voti necessari, ne sono sicuro. Probabilmente sarà Brad Battin (deputato di Berwick) a emergere”.

Un altro deputato liberale, invece, ha manifestato apprezzamento nei confronti di Groth per le sue dimissioni dal governo ombra, incoraggiando chiunque avesse “differenze inconciliabili” con Pesutto a fare altrettanto: “Tutti coloro che condividono le dichiarazioni di Groth dovrebbero seguire il suo esempio”.

Le perplessità sulla leadership di John Pesutto sono emerse dopo che giovedì scorso il giudice David O’Callaghan della Corte Federale ha condannato l’attuale leader liberale al pagamento di $300.000 di risarcimento danni a favore dell’ex deputata liberale Moira Deeming. Nella sentenza si conferma il valore diffamatorio delle dichiarazioni di Pesutto espresse nei confronti di Deeming in diverse interviste e in una mozione per la sua espulsione dal gruppo parlamentare del partito.

Nonostante la condanna, venerdì scorso Pesutto ha confermato l’intenzione di rimanere alla guida dei liberali e dell’opposizione statale.