BUENOS AIRES – Un omaggio a Liliana Cavani, la regista emiliana (è nata a Carpi, in provincia di Modena) che a gennaio scorso ha compiuto 90 anni, da parte delle istituzioni e della comunità emiliano-romagnola in Argentina.

La data coincide con la Mostra del Cinema di Venezia, durante la quale Cavani ha ricevuto, tra ovazioni del pubblico, il Leone d’Oro alla carriera ed è stato proiettato fuori concorso il suo ultimo film, L’ordine del tempo (2023), con Alessandro Gassman, Claudia Gerini e Ángela Molina.

El Cine de Liliana Cavani è un programma costituito da varie attività, a Buenos Aires e nella zona Nord dell’area metropolitana, ed è organizzato dall’Istituto Fernando Santi di Bologna, in collaborazione con la Sia (Società Italia Argentina) e il settore Cultura del Comune di Vicente López. Il tutto finanziato dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, con il patrocinio del Consolato d’Italia a Buenos Aires.

Si inizia con una conferenza sui registi emiliano-romagnoli: Liliana Cavani, ma anche il riminese Federico Fellini, il ferrarese Michelangelo Antonioni e il parmigiano Bernardo Bertolucci. Ne parleranno Fausto Desalvo, dell’Istituto Fernando Santi, e Marcela Cassinelli, presidente della Fundación Cinemateca Argentina.  

L’appuntamento è martedì 5 settembre alle 18, sia presenziale, nella sede dell’Università di Bologna (Marcelo T. de Alverar 1149, Caba), sia online. In entrambi i casi è necessaria l'iscrizione

Si continua con la mostra El cine de Liliana Cavani, basata su foto di scena, manifesti e altri documenti relativi ai suoi film, a cura di Nestor Saied e Adriano Bruzzese.

Si inaugura giovedì 7 settembre, alle 18,30, alla Casa de la Cultura del comune Vicente López (Gutiérrez 1060, Olivos), alla presenza del nuovo console d’Italia Carmelo Barbera. La mostra resterà aperta fino al 12 ottobre.

La locandina delle manifestazioni dedicate a Liliana Cavani.

Infine, la proiezione del suo film più famoso, Il portiere di notte (1974), con Charlotte Rampling e Dirk Bogarde, al cine York di Olivos (Alberdi 894), domenica 10 settembre alle 18 e martedì 29 alle 20.

È la storia di una sopravvissuta ai lager nazisti che incontra per caso, finita, il suo aguzzino che lavora sotto falso nome, come portiere in un hotel di Vienna. I due precipitano in una relazione vittima-carnefice a parti invertite, mentre i gerarchi nazisti si incontrano per fare sparire le prove dei loro crimini.

Il film divise all’epoca il pubblico e la critica, non solo per i nudi e le scene di sesso che mostravano la donna in un ruolo attivo e dominante, ma anche per la scelta di introdurre un elemento oscuro e disturbante (la relazione sado-maso tra la vittima ebrea e il nazista) in una storia legata all’Olocausto.

Fabio Bussotti è un attore e scrittore italiano che ha lavorato con Liliana Cavani in Francesco (1989), film in cui la regista volle Mickey Rourke, reduce dal furore di Nove settimane e mezzo, nella parte del “poverello d’Assisi” e Helena Bonham Carter come Chiara.

Bussotti era invece fra’ Leone, ruolo per il quale vinse il Nastro d’Argento come attore non protagonista. “Lavorare con Liliana è stata l’esperienza professionale e umana più importante della mia vita” afferma senza mezzi termini.

Da allora, insieme con altri attori del film, sono diventati amici inseparabili. “In tanti anni non l’ho mai sentita esprimere un pensiero banale – aggiunge –. Una donna libera, lontana dai pregiudizi. Lucida, intelligente, acuta e sempre curiosa di esplorare l’animo mano e le contraddizioni dei nostri tempi”.

Parole che spiegano come Cavani abbia potuto dirigere ben due film su San Francesco (il primo è del 1966) e contemporaneamente scagliarsi contro la Chiesa in Galileo (1969) o spaziare nel misticismo tibetano con Milarepa (1974). Senza mai perdere di vista in grandi temi di attualità come la guerra con La pelle (1981, tratto dal romanzo di Curzio Malaparte) o la disabilità con Dove siete? Io sono qui (1993).