MELBOURNE - Si è tenuto lo scorso 5 settembre il seminario online ‘Linguaggio inclusivo per la classe di italiano’ organizzato per i membri della VATI – Victorian Association of Teachers of Italian – da Riccardo Amorati ed Elena Pirovano, professori di italiano della Melbourne University.
L’idea del seminario, pensato sia per la scuola primaria che secondaria, è nata dalla richiesta di maggiori informazioni da parte degli stessi insegnanti, per promuovere nelle loro classi un linguaggio inclusivo capace di far sentire valorizzato ogni studente.
“Abbiamo condotto delle ricerche e avuto la conferma di come gli insegnanti fossero alla ricerca di strumenti per supportare al meglio gli studenti non binari. In particolare, quali scelte linguistiche fare per dare loro la possibilità di esprimersi nel modo che meglio corrisponde alla loro identità di genere”, racconta Riccardo Amorati parlando della genesi del progetto.
“È quindi nata l’idea di proporre un momento di incontro che offrisse degli spunti agli insegnati interessati ad implementare una didattica inclusiva in classe”.
Amorati sottolinea anche come la riflessione e l’eventuale implementazione sul linguaggio inclusivo sia rilevante per il programma di lingue e non andrebbe fatta in aggiunta a ciò che si sta già facendo in classe, quanto invece integrata nel programma.
“Personalmente - prosegue Amorati - propongo nei miei corsi alcune considerazioni sul linguaggio inclusivo. Si possono ad esempio dare informazioni già quando si spiega il genere e l’accordo tra sostantivi e aggettivi, o per i femminili di professione. Fin da subito è possibile, attraverso piccoli accorgimenti, mostrare agli studenti che noi insegnanti stiamo prendendo una posizione e aprendo la conversazione”.
Il webinar ha presentato ai docenti degli esempi pratici di linguaggio inclusivo da utilizzare in classe, ma, come sottolinea Amorati, “non perché tutti debbano utilizzare queste formule, quanto per evidenziare che esistono scelte linguistiche possibili per gli studenti che vogliano attingere a quelle forme. Non sono cambiamenti sostanziali, ma è una questione di attitudine che gli insegnanti devono avere, per poter creare un ambiente più inclusivo. Dovrebbe far parte delle competenze di ogni insegnante”.
Aprire la conversazione sul linguaggio inclusivo era importante secondo Amorati e Pirovano, perché, sebbene non venga insegnato in maniera formale, sarebbe bene che ogni docente potesse accedere a una serie di strategie da utilizzare per rispondere alle esigenze degli alunni.
Questo incontro virtuale ha dunque fornito un insieme di strumenti a cui attingere, ma, per il futuro, i due professori della Melbourne Univesiry vorrebbero mettere a disposizione anche delle risorse per la classe, cosa per il momento resa difficile dal fatto che molte delle forme riguardanti il linguaggio inclusivo non sono ancora state standardizzate e quindi formalizzate.
“Vorremmo poter lavorare con un gruppo di docenti, incontrandoli nel tempo, per verificare l’utilità delle strategie fornite, capire se riescono ad applicarle nella pratica didattica e quali sono le difficoltà maggiori alla loro implementazione”, conclude Amorati.
Supportare gli insegnanti di lingue nella creazione e nello sviluppo di strategie è lo scopo finale di questo seminario, che vorrebbe anche poter instaurare una collaborazione con il dipartimento dell’educazione per capire come il linguaggio inclusivo possa essere inserito in maniera esplicita nel programma e nei libri di testo.