MONTEVIDEO - In occasione dell’arrivo in Uruguay dell’Amerigo Vespucci, venerdì sera in una collaborazione dell'Istituto italiano di Cultura e dell'Ambasciata italiana a Montevideo è stata presentata al MuMi (Museo de las Migraciones) una conferenza intitolata "El papel de la emigración italiana en el deporte" (Il ruolo dell'emigrazione italiana nello sport). Presenti all'evento l'Ambasciatore Fabrizio Petri e il comandante dell'Amerigo Vespucci, Giuseppe Lai. 

Il presidente della Fondazione Museo Nazionale dell'Emigrazione Italiana (MEI), Paolo Masini, ha aperto la conferenza presentando il MEI, inaugurato per la prima dal governo italiano nel maggio 2023 con l'obiettivo di raccontare la storia migratoria del Paese. Il Museo si trova a Genova, ma la città scelta per esserne la sede è stata molto discussa: le candidate erano, oltre al capoluogo ligure, Napoli e Venezia, oltre alla Sicilia, come punto di partenza degli emigranti italiani. La scelta, infine, è ricaduta su Genova, perché è la città dove sono nate le prime imprese marittime che hanno permesso agli emigranti di raggiungere i continenti dove, poi, avrebbero trovato una nuova casa.  

Ospitato all'interno della medioevale Commenda di San Giovanni di Prè, vicino al porto, il museo raccoglie grazie a circa 80 collaborazioni con musei e realtà italiane e internazionali, centinaia di storie di donne e uomini partiti dall'Italia. Le storie di vita dei migranti sono narrate attraverso fonti di prima mano (diari, le lettere, le fotografie, video, giornali e documenti d’archivio), raccontando diversi aspetti di vita comune, come cibo e cultura, ma anche lo sport, che è uno strumento d'integrazione. 

Il Tour del MEI che segue la Amerigo Vespucci nel suo giro del Mondo, ha come idea principale proporre delle conferenze trattando dei temi specifici relativi a ogni paese, e in Uruguay e Argentina l'argomento scelto è il calcio. Questa decisione, motivata dalla forte cultura calcistica rioplatense, è stata incentivata anche a causa di un particolare ritrovamento che è stato fatto recentemente in Valtellina, si tratta di una pellicola del 1923, che documentava una tournée del Genoa.  

La squadra italiana era stata invitata Uruguay e Argentina in occasione della vittoria del suo ottavo scudetto. La pellicola è stata proiettata durante l'evento e racchiude preziose immagini non solo delle partite che sono state disputare dal Genoa a Buenos Aires e Montevideo, ma anche dell'arrivo della delegazione in terra Sudamericana.  

Infine, lo storico Jorge Masena ha raccontato la storia del calcio, dalle origini fino a stabilirsi come principale sport nella zona del Rio de la Plata, la nascita dei primi club delle scuole e delle università e il successivo "professionalismo" del calcio. 

In particolare, lo storico e tifoso del Club Nacional de Futbol, Juan Melos Prieto, ha raccontato la storia di Héctor Scarone e il fratello Carlos, entrambi nati a Montevideo ma figli di immigranti italiani, che sono stati calciatori che hanno ottenuto per l'Uruguay 83 titoli ufficiali, nazionali e internazionali, 38 ottenuti da Héctor e 45 da Carlos.  

A proposito di Héctor, Melos Prieto lo ha definito come, "Una figura davvero straordinaria del calcio mondiale ma soprattutto un autentico rappresentante della comunità italiana in Uruguay e una persona che ci ha regalato, come tanti altri italiani, il suo impegno, il suo sacrificio, questa volta dalla parte dello sport, per portare alta la bandiera dell'Uruguay".