Iniziamo a raccontarvi alcune storie di famiglie italiane le cui fiorenti attività in Australia, frutto di creatività e laboriosità, hanno segnato la storia del South Australia. Cominciamo dalla famiglia Mercuri, originaria del Lazio.

Tutto inizia con Gervasio Mercuri, classe ‘32 e Giovanna Vaccarella, classe ‘31, a pochi giorni di distanza. Gervasio decide di emigrare in Australia: è il 1952, arriva in Queensland dove inizia a lavorare nei campi di canna da zucchero. Galeotta la sorella di Gervasio, rimasta in Italia, che propone al fratello e a Giovanna, con cui lavorava, di diventare amici di penna. Si sa, la vita del migrante è dura e solitaria.

“Gervasio mi conosceva, i ragazzi delle campagne arrivavano quando c’erano le feste al borgo. Mi vedeva cantare alla Messa”, racconta Giovanna. Gervasio forse aveva già messo gli occhi su Giovanna in verità, come lei stessa ci ha “confessato”, la quale però “faceva un po’ la snob”, dice scherzando, non lo degnava di uno sguardo. Lettera dopo lettera, Gervasio decide di tornare in Italia per rivedere la sua Giovanna: “Era scurissimo, bruciato dal sole dei campi australiani. Quando l’ho visto però mi è piaciuto subito, mi sono innamorata all’istante”, ricorda Giovanna.

In quattro settimane si fidanzano, in due mesi si sposano: era il 21 dicembre del 1957 e il 26 dello stesso mese i novelli sposi partono per l’Australia, imbarcando sulla nave un oggetto prezioso che segnerà la loro intera vita ‘Down Under’: Giovanna in Italia era una magliaia, assieme a sua sorella Albina e ad Antonia, sorella di Gervasio, appunto: “Era un macchina Walker, regalo dei miei genitori a conclusione del mio apprendistato”.

Giovanna e Gervasio arrivano ad Adelaide, dove nel frattempo Gervasio si era trasferito, per lavorare nelle vigne, un’attività meno logorante di quella nei campi di canna da zucchero. Giovanna, con il suo telaio e il raffinato gusto italiano, inizia a conquistare il mercato con i suoi manufatti. Gervasio invece inizia a lavorare per un breve periodo alla Simpson, dove ha modo di mettere in mostra le sue doti pratiche e meccaniche, migliorando e ottimizzando i processi della produzione. Dall’unione dei due talenti nasce quindi la ‘Mercuri Knitwear’, inizialmente specializzata in abbigliamento maschile. In breve tempo diventano fornitori di grandi negozi, come Myer e Martin’s per poi approdare, in pochi anni, a metà anni ‘60, a Dubai, Hong Kong e Nuova Zelanda, oltre che in oltre 300 punti vendita australiani. La forza dell’azienda, oltre alla creatività di Giovanna, sta nelle capacità di Gervasio, in grado di disegnare delle macchine per riprodurre gli intricati motivi.

La produzione ora si rivolge anche alla moda femminile: gli abiti di Giovanna vengono indossati alle cene con la Regina, dalle mogli dei primi ministri, vincono prestigiosi premi, tra cui il Wool Supreme Award nel 1968, di cui Giovanna forse è più orgogliosa: “Un premio molto ambito e prestigioso, vinto con un tre pezzi da donna bellissimo”.

Giovanna e Gervasio hanno tre figli: Enrico, il primogenito, seguito da Ennio e Giulia, nati rispettivamente nel 1959, 1961 e 1965. Enrico si laurea in legge e, assieme al padre Gervasio, attento osservatore del mercato, fonda la ‘Ennio Pty Ltd’, dal nome del nonno paterno.

Siamo ai primi anni ‘80, il mondo della moda comincia a risentire della concorrenza orientale, la ‘Mercuri Knitwear’ ha bisogno di una spinta innovativa e Gervasio vede un’opportunità di mercato nel mondo dell’industria alimentare. Con la Ennio Pty, sotto l’attenta supervisione e inventiva di Gervasio e con la collaborazione del figlio Enrico, la società inizia a produrre reti per carni e salumi, partendo da un unico modello sul mercato, migliorandolo e ottimizzandolo, ancora una volta, come alla Simpson tanti anni prima. Per un certo periodo le due aziende, maglieria e reti per carni, coesistono ma nel 1987 la famiglia decide di concentrarsi solo sulla Ennio Pty e di chiudere il glorioso capitolo della Mercuri Knitwear, una volta tramandati i valori di qualità, innovazione e creatività alla nuova entità. Anche qui non mancano i successi: svariati i brevetti registrati e una crescita esponenziale che porta l’azienda a essere ora presente, con ben 300 differenti prodotti, in cinque continenti, tant’è che da ‘Ennio Pty Ltd’ il nome si trasforma in ‘Ennio International’. Il figlio Enrico, che ha iniziato con il padre la grande impresa nel mondo delle reti per alimenti, con il tempo ha seguito la sua passione esprimendo il suo talento: ora è un affermato avvocato e insegna anche alla University of Adelaide, con incarichi governativi. Ennio invece ha fatto un percorso un po’ al contrario: inizialmente architetto, ora è managing director della ‘Ennio International’ e porta avanti l’azienda di famiglia a Holden Hill, affiancato dalla sorella Giulia, dalla moglie Mary e dal secondogenito James Gianluca, ingegnere meccanico. La famiglia ha declinato la propria intraprendenza e spirito imprenditoriale anche nel mondo del vino, fondando la ‘Mercuri Estate Wines’ nel nord della Clare Valley e chiudendo il cerchio dei Mercuri, partito in South Australia proprio dalle vigne. I vini della Mercuri Estate vengono esportati in tutta Australia e all’estero e la produzione principale si chiama “Settebello”: quattro vini, due bianchi e due rossi, che riportano la memoria al tradizionale gioco di carte della ‘scopa’, che i Mercuri giocavano assieme e appassionatamente dopo ogni pranzo delle grandi occasioni: “Appena finivano di mangiare, scappavano al tavolo da gioco”, ci racconta Giovanna.

Con questa bella immagine che sa di famiglia, tradizioni e Italia, concludiamo la storia di una famiglia innovativa, caratteristica tipica dell’estro italiano.