ROMA - Circa il 92% dei progetti del Pnrr italiano al 31 dicembre 2024 risultava attivato, in fase di attivazione o in chiusura, con una spesa attestata a 63,9 miliardi di euro, pari a oltre il 52% delle risorse finora ricevute.  

Lo attesta la sesta relazione sullo stato di attuazione del piano, approvata dalla Cabina di regia Pnrr di Palazzo Chigi. La prossima settimana il testo verrà trasmesso al Parlamento. 

Al contempo, la Corte dei Conti evidenzia che il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi, stabiliti a livello nazionale e concordati a livello europeo, è in linea con le previsioni, mentre permangono alcune criticità che richiedono attenzione costante e interventi mirati, soprattutto in vista della scadenza del piano fissata a giugno 2026. 

La relazione, rivendica la premier Giorgia Meloni, “conferma il primato europeo dell’Italia nella sua realizzazione, per numero di obiettivi conseguiti, per risorse complessive ricevute e per numero di richieste di pagamento formalizzate e incassate”, dichiara, aggiungendo che i risultati raggiunti “ci rendono orgogliosi e ci spronano a fare sempre meglio”. 

Anche il ministro per gli Affari Ue, Tommaso Foti, si dice convinto che l’Italia “confermerà il primato europeo nell’avanzamento del Piano”, e sottolinea che sono stati stanziati oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro per la riqualificazione delle case popolari, “a beneficio delle famiglie vulnerabili e a basso reddito”. 

Di diverso avviso le opposizioni, secondo cui il Pnrr è una straordinaria opportunità di futuro per l’Italia e “fa male vedere come l’incompetenza del governo di Giorgia Meloni la stia sprecando, come conferma la relazione della Corte dei Conti”, incalza la segretaria del Pd Elly Schlein, che sottolinea: “I ritardi e le maggiori criticità sono proprio lì dove il Pnrr serve di più: welfare, sanità pubblica, istruzione”. 

Scettico anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato Avs, che rileva che “oltre mille progetti sono ancora bloccati alla fase di progettazione di fattibilità, con il concreto rischio che gli appalti non vengano aggiudicati entro giugno 2025 e che i lavori non siano completati entro il 2026”. Indiscrezioni di stampa, infatti, parlano dell’ipotesi che il governo possa chiedere alla Ue di posticipare di un anno la scadenza del piano per riuscire a spendere la maggior parte delle risorse a disposizione. 

Parlamentari Pd però riferiscono che, durante un incontro a Roma con i componenti della Commissione Bilancio del Senato, il Commissario Ue Piotr Serafin ha specificato che “una proroga di un anno del Pnrr non è possibile”. 

Il governo intanto lavora per accelerare la spesa su alcune voci, in particolare per assicurare le risorse necessarie al completamento del Piano asili nido e scuole dell’infanzia, per cui il ministero dell’Istruzione e del merito emanerà “un nuovo bando per la selezione delle progettualità” che servono a conseguire l’obiettivo.