La conferenza, per la quale ricorre il 20mo anno dalla prima edizione del 2001, sarà evitata da diversi Paesi occidentali dopo le polemiche e timori dei mesi scorsi scaturiti dal fatto che la conferenza intergovernativa dell’Unesco ha alte probabilità di divenire una volta ancora un raduno antisemita ed anti israeliano come già avvenuto nelle passate edizioni.

I Paesi che hanno già deciso per il boicottaggio sono Usa, Canada, Australia, Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Austria, Olanda, Ungheria, Repubblica Ceca e Israele. Questi Paesi avevano già boicottato l’edizione del 2011, a New York, e, la maggior parte di essi, anche quella del 2009 a Ginevra. Ancora incerta la presenza di  Bulgaria, New Zealand e Polonia che devono ancora rendere note le loro intenzioni.

La Conferenza mondiale contro il Razzismo, prese avvio con il primo appuntamento del 2001 a Durban. In quella occasione emerse la vocazione anti-israeliana di una consistente porzione delle rappresentanze. Israele venne indicato uno stato razzista ed orientato alla segregazione razziale. La Conferenza del 2001 si tramutò in un processo a Israele, nel corso del quale venne distribuito materiale antisemita.

Il quadro generale non cambiò nel 2009, quando trovò il suo momento di definizione nella prestazione anti israeliana offerta dall’allora presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, unico capo di governo a prodursi in un intervento. In quell’occasione, boicottata dall’Italia, l’Unione europea si spaccò con l’uscita dalla sala dei 23 ministri dell’Ue presenti con l'eccezione della rappresentanza francese.

Nel 2011, Franco Frattini, allora ministro degli Esteri, confermò l'assenza dell'Italia dalle celebrazioni del decennale di Durban spiegando: "Non esistono le condizioni minime per partecipare all’evento".