ROMA - Sabato scorso l’Italia è stata inserita, assieme a Gran Bretagna, Stati Uniti e Turchia, tra i Paesi che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha citato come garanti di eventuali accordi negoziali e anche alla luce di questo la riapertura dell’ambasciata italiana a Kiev, annunciata due giorni fa dal ministero degli Esteri, acquisisce un valore estremamente importante.

Già da oggi, ha spiegato l’ambasciatore Pierfrancesco Zazo in collegamento con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio e con l’unità di crisi della Farnesina, la sede diplomatica “sarà pienamente operativa” e questo nonostante nella capitale ucraina negli ultimi giorni siano tornate a piovere le bombe russe. Il ritorno del diplomatico italiano era atteso subito dopo Pasqua, ma l’ambasciatore “è già operativo e dalla prossima (questa, ndr) settimana sarà al lavoro con le istituzioni ucraine per la diplomazia e per arrivare almeno a un cessate il fuoco”, ha detto Di Maio, ricordando che l’ambasciata italiana era stata “tra le ultime a lasciare la capitale ucraina ed è ora tra le prime a tornarci”.

Ringraziando tutto il personale per il coraggio dimostrato, l’ambasciatore Zazo ha aggiunto che “la riapertura della nostra Ambasciata a Kiev rappresenta per noi un momento emozionante e di speranza ad oltre cinquanta giorni di distanza dall’inizio del conflitto”, ha concluso Zazo, “oggi ci sentiamo ancora più vicini al Governo e al popolo ucraino e continueremo ad assistere al meglio i nostri connazionali”.

Intanto, proprio dalla giornata di Pasqua è diventato effettivo l’ordine di vietare l’ingresso nei porti italiani alle navi battenti bandiera russa. Il divieto riguarderà anche le imbarcazioni che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio, il giorno in cui i carri armati di Vladimir Putin hanno invaso l’Ucraina e fa seguito alle disposizioni stabilite dall’Ue.