ADELAIDE - Lo scorso 9 maggio, presso la Pridham Hall, al West Campus della University of South Australia (UniSA), si è tenuta un’interessante conferenza dal titolo ‘Italian in the Workplace’ – l’italiano nel mondo del lavoro.
Dalle 9 del mattino fino alle 15.30 del pomeriggio studenti e insegnanti dell’Anno 9 hanno potuto ascoltare le testimonianze di diversi esponenti della comunità che lavorano utilizzando l’italiano, nei più svariati settori.
Gli studenti delle scuole regionali hanno potuto seguire la conferenza in diretta online e hanno poi avuto accesso alle registrazioni dei vari interventi.
‘Italian in the Workplace’ è un programma pilota, con l’obiettivo di ispirare e motivare gli studenti delle scuole del South Australia a continuare lo studio della lingua italiana. Il programma è stato specificamente progettato per gli studenti del nono anno e per i loro insegnanti.
Durante la giornata, gli studenti hanno avuto l’opportunità di partecipare a una serie di attività, non solo quindi presentazioni, ma anche sessioni specifiche con relatori e giochi coinvolgenti.
I numerosi mentori presenti, che lavorano in South Australia in diversi settori, hanno dimostrato come la padronanza della lingua italiana possa aprire le porte a entusiasmanti opportunità di carriera e ampliare gli orizzonti personali, durante lo speed dating organizzato durante la giornata.
In pratica, hanno dimostrato agli studenti le applicazioni dell’apprendimento delle lingue e dell’italiano in particolare. Il tutto proponendo loro vari scenari e interazioni con il mondo reale del mercato del lavoro.
Sono stati offerti anche approfondimenti sulle competenze linguistiche e sul loro potenziale impatto su diversi percorsi di carriera.
Oltre allo studio dell’italiano, gli studenti sono stati invitati a considerare l’aggiunta di altre lingue, come il francese e il giapponese, promovendo l’apprezzamento e la potenzialità della diversità culturale. Il tasso di partecipazione ha sfiorato il 99%, chiaramente evidenziando la significativa domanda e rilevanza di eventi simili, oltre all’entusiasmo degli studenti nell’impegnarsi in esperienze linguistiche orientate anche alla carriera.
Tra i relatori, Nicola Sasanelli, che ha parlato di high tech, Rosa Matto che ha parlato di gastronomia e ospitalità, mentre la professoressa Angela Scarino ha parlato di educazione, e Phillip Donato, di salute.
Ha aperto la conferenza Anne-Marie Morgan, decana dei Programmi di UniSA, che ha ringraziato i partecipanti e i relatori, in particolare Enza Tudini per essersi occupata dell’organizzazione della giornata, incoraggiando gli studenti a portare avanti lo studio dell’italiano anche all’università: “Ci sono molte ricerche che confermano che parlare una seconda lingua fa lavorare meglio il cervello, aumentando le capacità di logica, memoria e apprendimento”.
Persino ai test NAPLAN, gli studenti che studiano una lingua straniera ottengono risultati migliori rispetto agli altri. Inoltre, una lingua straniera dà maggiori possibilità lavorative e le ricerche hanno dimostrato che persino la salute mentale è migliore in coloro che parlano due lingue o più.
Da un punto di vista sociale, chi conosce più di una lingua fa scelte morali ed etiche migliori, anche perché ha una mente più allenata all’apertura mentale e alla comprensione e conoscenza dell’altro. Senza trascurare l’aspetto sociale e la maggior capacità di apprendere nuove lingue.
A inizio lavori è intervenuto anche il console Adriano Stendardo: “Sono molto grato alla University of South Australia per aver organizzato questo evento, in programma da diverso tempo”.
Il console Stendardo ha sottolineato quanto sia importante studiare una lingua straniera: “Viviamo in un’era in cui la tecnologia permette di tradurre in tempo reale, ma viviamo anche in un mondo connesso, e la comunicazione tra persone, società e comunità resta fondamentale e insostituibile – ha commentato -. L’italiano, poi, è una lingua ricca di cultura e conoscenza”.
Ha quindi proseguito sottolineando che studiare una lingua straniera significa acquisire una specie di super-potere che ci permette di connetterci con molte persone e di relazionarci con loro a un livello superiore, o per usare una citazione di Charlemagne: “Conoscere una seconda lingua dà una seconda anima”.
Stendardo ha concluso il suo intervento ricordando che l’Italia è uno dei Paesi più ricchi culturalmente, con il maggior numero di siti UNESCO, uno dei sette Paesi maggiormente industrializzati con investimenti continui di primo livello nel settore scientifico, tecnologico, manifatturiero, cinematografico, artistico, architettonico, della moda, del cibo, del design.
Per questo, la conoscenza della lingua italiana è fondamentale per lavorare in determinati settori, in certe aziende e a certi livelli. Inoltre, l’italiano sarà sempre più importante anche in campi al momento emergenti, come i servizi, le comunicazioni, il commercio online, il mondo del wellness, ma anche le collaborazioni tra colleghi a livello internazionale, il mondo digitale, l’ambiente.
Infine, un accenno allo spazio, ricordando che ad Adelaide si tiene lo Space Forum, che attira sempre più aziende italiane di prim’ordine. Inoltre, ha ricordato che secondo il censimento 2021, in Australia oltre un milione di australiani vantano origini italiane e oltre 160mila sono nati in Italia; per questo, ha invitato gli studenti presenti a “remixare, ripetere e reclamare la propria identità italiana”, attraverso gli insegnanti e i tanti rappresentanti della comunità.
Per tutte queste ragioni “la padronanza dell’italiano rappresenta un vantaggio competitivo non solo a livello professionale ma nella vita”.
È possibile riascoltare la conferenza e tutti gli interventi cliccando qui