DIGIONE – “Il festival è un laboratorio dove tradizione e innovazione si incontrano. Il nostro obiettivo è creare un dialogo tra la cultura italiana e quella di altre nazioni”, spiega Vincenzo Cirillo, direttore artistico del Festival Italiart di Digione, capitale della Borgogna (nel centro-est della Francia). Parole che racchiudono l’essenza di un evento arrivato alla 19esima edizione e che, dal 4 al 31 marzo, trasforma questa città in un crocevia internazionale dell’arte e della cultura. 

Dietro questa straordinaria iniziativa c’è proprio lui, Vincenzo Cirillo, artista poliedrico con un passato radicato nel teatro. Originario di Pisa, la sua carriera lo ha portato a esplorare il teatro sperimentale e le arti visive, passando per esperienze che spaziano dalla regia teatrale alla fotografia.

È lui il fondatore di Ombra di Peter, l’associazione responsabile dell’organizzazione dell’Italiart, ma in origine una compagnia teatrale che ha segnato il suo debutto proprio nella ricerca artistica e sperimentale.

“A Pisa abbiamo lavorato con figure straordinarie come Grotowski e Kantor. È stato quel tipo di teatro, senza parole, a portarci in giro per l’Europa”, ha spiegato Cirillo. 

Ed è proprio grazie a una di queste tournée che l’artista è approdato - più di vent’anni fa - a Digione, con uno spettacolo di teatro-danza che riscosse un grande successo.

Da lì, su invito del direttore del teatro locale, l’idea di organizzare un breve festival dedicato all’arte italiana. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dalla comunità, fino a trasformarsi in un evento di portata internazionale: il Festival Italiart di Digione, appunto, che quest’anno giunge alla sua diciannovesima edizione. 

Vincenzo Cirillo.

“L’evento gode del patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana e del ministero degli Esteri. Siamo seguiti da istituzioni italiane e invitiamo artisti, musicisti, scrittori, attori, cantanti e fautori del teatro e della letteratura da tutto il mondo – ha raccontato Vincenzo Cirillo –. Il nostro pubblico arriva e anche dall’estero, non solo dalla Francia”.  

Parlare dell’Italiart come di una mera celebrazione della cultura tricolore sarebbe alquanto riduttivo.

Come precisato dallo stesso Cirillo, si tratta, piuttosto, di un laboratorio di contaminazioni culturali, un crogiolo dove artisti di diverse nazionalità si incontrano e, al tempo stesso, incontrano il pubblico per dialogare attraverso le loro opere. “Il Festival non è sciovinista ma aperto al mondo, promuovendo non solo la nostra arte, ma anche il confronto con altre culture”.  

Oltre alla proposta artistica, durante l’intera durata del festival viene allestito anche un vero e proprio villaggio enogastronomico, che vede la partecipazione di produttori locali di tutte le regioni del Bel Paese, pronti a presentare al pubblico la propria offerta artigianale.

Un angolo del villaggio enogastronomico.

Se, da un lato, Italiart si presenta come un evento imperdibile per la comunità, desiderosa di approcciare all’arte e alla cultura in una forma più intima, dall’altro lato il Festival si è affermato come una vetrina unica per gli artisti stessi, offrendo loro un trampolino di lancio per tournée in tutta la Francia .  

Negli anni, infatti, l’evento ha ospitato artisti italiani del calibro di Bobo Rondelli e Luca Bassanese, giusto per citarne alcuni, e vanta anche collaborazioni con preziose istituzioni culturali come l’Istituto Ungherese di Parigi. 

Italiart propone un calendario ricco e variegato, che spazia dall’opera al teatro, dalla musica alla letteratura. Anche l’edizione di quest’anno si distingue per la sua interdisciplinarità e per la scelta di siti suggestivi, dal centro storico di Digione all’area del mercato coperto, dove arte e comunità si incontrano in un’atmosfera intima e inclusiva.  

Tra gli appuntamenti di punta del 2025, Cirillo segnala lo spettacolo singolare di un’orchestra di mandolini che reinterpreta opere classiche, l’esposizione dell’artista Marzia Martelli, con le sue poetiche Istanze Vuote, e un recital dedicato a Maria Callas, icona della lirica italiana. 

Per Vincenzo Cirillo, dirigere Italiart significa dare forma a una visione che unisce persone e culture. “Il festival è un luogo dove le barriere si trasformano in ponti – racconta –. È una grande soddisfazione essere in contatto con artisti straordinari e vedere come la cultura possa avvicinare le persone”. 

Il programma completo della diciannovesima edizione di Italiart è disponibile online, mentre sul sito ufficiale dell’associazione Ombra di Peter è possibile scoprire di più sul lavoro che rende questo festival una realtà unica e indispensabile.