Little Italy, cos’è e, soprattutto, cosa sarà? È la domanda che tutti si pongono dopo che l’ufficio toponomastica del New South Wales ha dato il definitivo via libera alla denominazione di Norton Street (da Parramatta Road al City West Link) e Marion Street (da Hawthorn Parade a Balmain Road) come la Little Italy di Sydney.

Storicamente è risaputo che questa zona, che ricade nel territorio amministrato dal consiglio comunale dell’Inner West, è stata la prima meta degli italiani che arrivavano in Australia. Per decenni Norton Street e la vicina Paramatta Road, prima che fosse introdotto il divieto di parcheggio, erano considerate la Little Italy di Sydney. Il perché va ricercato nella scelta dei pionieri italiani che, a partire dagli anni ’50 decisero di costruire lì il proprio insediamento. Alle case fecero seguito i negozi di frutta e verdura, gli alimentari, le macellerie, i bar e i ristoranti. 

Quando il mondo non era ancora globalizzato e trovare prodotti etnici non era poi una cosa così comune come oggi, a Leichhardt si poteva fare la spesa all’italiana. E non c’erano molte altre aree dove poter comprare pasta, pomodoro, biscotti e altri prodotti provenienti dal Bel Paese. Per questo anche chi a Leichhardt non ci viveva, ci andava a fare shopping. O almeno ci andava per sentirsi un po’ come a casa, in Italia, fra bar e ristoranti che parlavano la lingua, spesso il dialetto. Oppure la visitavano perché affascinati dalla cultura del Bel Paese.

Nel corso del tempo le cose sono cambiate, gli italiani si sono spostati verso altre zone di Sydney distribuendosi un po’ ovunque, alcune attività commerciali hanno cessato di esistere, altre hanno venduto la licenza, altre ancora si sono trasferite. Le carte in tavola si sono rimescolate lasciando in zona pochi storici baluardi a difesa dell’italianità e della cultura del luogo. Primo fra tutti il Co.As.It. e la sua Casa Italia. Ci sono poi attività commerciali e imprenditoriali storiche che continuano a rappresentare quanto di meglio il Bel Paese ha da offrire, ma che Norton Street e Marion Street non siano più aree ad alta concentrazione italiana è un fatto assodato messo in evidenza anche da chi nella comunità vive e lavora da sempre, come i presidenti delle molteplici associazioni che costituiscono la galassia tutta italiana del terzo settore.

Da quelli regionali a quelli religiosi, i movimenti che raccolgono gli emigrati della prima ondata migratoria sono da sempre in prima linea nella promozione e nella difesa della cultura italiana in Australia. I loro giudizi sulla decisione di rinominare Little Italy la zona storicamente appartenuta ai pionieri, sono per lo più positivi anche se non manca un pizzico di amarezza per qualcosa che, forse, si sarebbe potuto fare prima, magari negli anni d’oro, i ’70, quando la percentuale di residenti italiani a Leichhardt aveva raggiunto il suo picco massimo, così come quella delle attività commerciali.

Per i presidenti delle associazioni italiane, però, nonostante tutto, non è troppo tardi. Soprattutto perché, e questo lo ha spiegato lo stesso sindaco dell’Inner West Darcy Byrne, Little Italy è un tributo agli italiani di allora. A quelli che più di tutti hanno contribuito a modellare la nascente Australia lavorando nei campi di canne da zucchero o alla costruzione della rete elettrica che all’epoca non copriva ancora tutto il territorio nazionale.