La nostra comunità del New South Wales si è impoverita con la recente scomparsa di Livio Benedetti, leader degli italiani d’Australia, che ha speso la sua vita a favore dei connazionali, aiutando le persone anziane a navigare nel labirinto dell’assistenza sociale non come pazienti, ma da clienti con precisi diritti.
Livio, che era nato a Trieste il 16 dicembre del 1928, si è spento serenamente il 23 marzo scorso all’età di 92 anni, dopo una lunga e intensa vita, circondato dall’affetto della moglie Teresa, dei figli e nipoti. I funerali si sono svolti il giorno dopo nella chiesa di St. Fiacre a Leichhardt con la partecipazione di 10 persone, come richiesto dalle restrizioni volute dall’emergenza COVID-19. Migliaia di persone, in circostanze normali, avrebbero voluto celebrare la vita di questo personaggio partecipando alla messa celebrata da padre John Cooper che, all’omelia, ha ricordato l’aiuto dato da Livio a Padre Atanasio e a Padre Nevio nello svolgimento della loro missione in mezzo ai connazionali d’Australia.
La perdita dei genitori, quand’era un giovane studente di legge all’università di Trieste, ha cambiato completamente la vita di Livo. Nel 1958 è emigrato in Australia finendo nel campo di immigrati a Bonigella. Orgoglioso di essere in questo Paese e della cultura italiana, Livio ha subito messo a disposizione la sua preparazione culturale per gli immigrati italiani residenti nel campo, molti dei quali avevano una scarsa conoscenza anche dell’italiano oltre che dell’inglese, nel superare le difficoltà dell’inserimento in Australia.
Trasferitosi successivamente a Sydney, ha lavorato nei primi anni con i Padri Scalabriniani per aiutare gli italiani che in quegli anni giungevano a migliaia in Australia. Ed è qui che è iniziato il suo lavoro a favore dei connazionali.
Livio ha svolto il lavoro di giornalista in questo giornale dove, per molti anni, ha pubblicato una rubrica settimanale sulla sicurezza sociale, dando informazioni con precisione e grande competenza sui cambiamenti riguardanti le pensioni, australiane e italiane e rispondendo alle domande dei lettori.
È stato anche ospite di Rete Italia per discutere e proporre soluzioni ai vari problemi della comunità. CEO del Club Marconi e successivamente del CoAsIt, è stato il fondatore del Patronato Acli in Australia e coordinatore dell’Associazione ACLI, carica che ha mantenuto fino al termine della sua esistenza. Molto apprezzato da tutti coloro che lo hanno conosciuto per la passione con cui svolgeva il suo lavoro durato oltre 70 anni, fino agli ultimi giorni della sua esistenza ha lavorato per rendere meno difficile il passaggio dei connazionali dalla vita lavorativa al pensionamento.
Amante della storia, Livio Benedetti ha pubblicato numerosi articoli e opuscoli sugli immigrati italiani con informazioni utili per le varie amministrazioni comunali dove vivevano numerosi connazionali. È stato coinvolto con il Council on the Ageing NSW ed è diventato “ambasciatore” del Beyond Blue.
Di grande importanza è stata la sua partecipazione alla preparazione dell’accordo bilaterale sulla sicurezza sociale tra Italia e Australia e nel 1986, quando i negoziati tra i due Paesi erano in pieno svolgimento, Livio ha portato a Canberra 600 pensionati italiani per un incontro con l’allora ministro della Sicurezza Sociale Brian Howe, iniziativa che è riuscita a spianare molte difficoltà.
Nel giorno della sua scomparsa il vicepresidente nazionale delle ACLI, Matteo Bracciali, ha scritto: “Livio Benedetti sarà ricordato come presidente delle ACLI in Australia, ma anche come pioniere della tutela e del riconoscimento dei diritti sociali dei lavoratori italiani all’estero con la sua attività giornalistica e di informazione nei confronti soprattutto degli anziani e delle donne”.
Insieme alla moglie Teresa hanno animato la vita dei nostri connazionali in Australia in particolare a Sydney dove, grazie al loro incessante lavoro, le ACLI e il Patronato ACLI sono diventati punti di riferimento per la comunità”. Il lavoro di Livio a favore della comunità italiana è stato riconosciuto dal governo australiano con la consegna dell’onorificenza dell’OAM (Order of Australian Medal).
Alla moglie Teresa e a tutti i familiari le più sentite condoglianze da parte del personale e della direzione de La Fiamma e Rete Italia.