Feudataria colta che parlava più lingue e abile politica ebbe un ruolo fondamentale nelle lotte per le investiture del 1000 e 1100 tra il potere religioso del Papato e quello temporale del Sacro Romano Impero. Cugina dell’imperatore Enrico IV, fu alleata tuttavia del Pontefice Gregorio VII e arrivò a controllare ampi territori tra Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
La statuetta di bronzo dorato di piccole dimensioni (40 centimetri e mezzo) della NGV porta la firma di un grande maestro del Barocco italiano: l’architetto, scultore, pittore e scenografo Gian Lorenzo Bernini (1598 – 1680), tra i cui capolavori si annoverano il colonnato di Piazza S. Pietro e il baldacchino all’interno della Basilica.
Il legame con lo Stato pontificio non è casuale: Bernini, oltre a essere un fervente cattolico, lavorò a lungo per la corte papale e fu Urbano VIII, suo mecenate e artefice della sua ascesa come artista, a commissionargli la scultura di Matilde di Canossa. L’opera di marmo doveva essere parte del monumento funerario della Grancontessa che Urbano VIII volle nella Basilica di San Pietro, prima tomba laica e per giunta di una donna. Il pontefice fece traslare le spoglie della Granduchessa da un’abbazia di Mantova a Roma. Un atto che, più che per devozione nei confronti di una nobildonna che si era presa a cuore le sorti del Papato nel Medioevo, aveva delle implicazioni politiche in un’Europa dai delicati equilibri e dalle alleanze strategiche, dove era in corso la Guerra dei Trent’anni.
Risalente al 1634 circa, il bronzetto apparteneva alla collezione della famiglia del Papa, i Barberini, e venne realizzata a partire dalle tracce in terracotta che Bernini usava come studi preliminari per le sculture in marmo. Altre copie della statua, tutte leggermente diverse, sono state usate con tutta probabilità come doni diplomatici dal Pontefice per ricordare ai suoi alleati il loro ruolo di difensori della Chiesa proprio come lo era stata Matilde. Un simbolo quindi della vicinanza al soglio pontificio, come indicano gli oggetti che la nobildonna regge in mano: sulla destra uno scettro, simbolo del suo potere secolare, sulla sinistra le chiavi di S. Pietro e la tiara papale.