Verrà inaugurata il prossimo 16 novembre al Mildura Arts Centre la mostra ‘Five Letters – Cinque Lettere’, una piattaforma ricca e stratificata che esplora i temi della migrazione e della perdita culturale attraverso la lente artistica di Filomena Coppola.
Fortemente voluta e supportata anche da Luci Callipari Marcuzzo, responsabile della galleria e del dipartimento del Patrimonio storico, la mostra ospiterà anche un interessante panel dal titolo ‘Five Chapters – Cinque Capitoli’, una tavola rotonda che riunisce importanti ricercatori, accademici, scrittori e creativi australiani e italiani che hanno dato vita a ricche collaborazioni artistiche e letterarie attorno al tema della diaspora italiana.
Tra questi, le stesse Filomena Coppola e Luci Callipari Marcuzzo, pronte a condividere le loro esperienze in quanto artiste che, attraverso il loro linguaggio creativo, offrono una visione intima e personale delle loro radici culturali.
Interverranno anche Eliana Maestri, che nei suoi scritti ha riservato una particolare attenzione agli artisti italo-australiani; Loredana Polezzi, docente e ricercatrice di traduzione, multilinguismo e studi sulla mobilità; e Fred. L. Garaphé, professore e scrittore che, tra gli ultimi lavori, ha condotto uno studio sull’umore e sull’ironia della cultura italo-americana.
Tutte le loro diverse prospettive non solo aiutano a comprendere le collaborazioni interdisciplinari che hanno originato, ma hanno anche contribuito a contestualizzare il lavoro di Filomena Coppola all’interno di una narrazione più ampia e globale della migrazione e dell’identità culturale.
‘Five Letters – Cinque Lettere’ raccoglie dieci anni di lavoro di Coppola, esponendo video, suoni, sculture, dipinti e cuciti da lei realizzati nel corso degli anni incentrati sulla comunità italiana di Mildura, a quel senso di perdita culturale e alle esperienze che hanno vissuto gli immigrati che hanno lasciato il Belpaese dopo la Seconda guerra mondiale.
La mostra, infatti, mira a onorare e celebrare quella ricca storia di migrazione e la comunità che è stata costruita, oltre a esplorare le lacune, le disconnessioni e le domande che sorgono quando quella generazione inizia a morire.
Le ‘cinque lettere’ da cui la mostra prende il titolo sono le lettere che mancano all’alfabeto italiano – j, k, w, x, y – e che assumono un significato simbolico profondo, rappresentativo della condizione di sospensione spesso vissuta dai figli degli italiani all’estero, che crescono a contatto con la cultura italiana e quella del Paese che li ha visti nascere.
“Tra quelle cinque lettere risiede lo spazio in cui silenziosamente mi inserisco, un vuoto che simbolicamente rappresenta il sentirmi sospesa nel mio dualismo culturale. Fare parte di entrambe le culture, ma sentirmi presente e assente allo stesso tempo”, ha spiegato Filomena Coppola.
Secondo Coppola, la sua arte si è evoluta in modo significativo nel corso degli anni, e in particolare in risposta a esperienze personali di perdita e dolore. Se, infatti, inizialmente, il suo lavoro si è concentrato sull’esplorazione della perdita culturale in senso ampio, dopo la scomparsa di suo zio nel 2011 e di suo padre nel 2021, attraverso la sua arte ha iniziato ad affrontare più profondamente il tema del dolore e della natura ciclica della vita e della morte.
In questo senso, incorporare elementi naturali e il tema della rigenerazione nelle sue opere, come le orchidee australiane, è stato un modo per lei di trovare “gioia, pace e comprensione” nell’accettazione dei cambiamenti della vita e per “collocarsi all’interno del nuovo paesaggio e della nuova cultura che abito in quanto italo-australiana”. Ma più in generale, la ciclicità del mondo naturale è diventata una metafora del flusso e riflusso dell’identità culturale, della perdita delle tradizioni e degli inevitabili cambiamenti che si verificano tra le generazioni.
‘Five Letters – Cinque Lettere’ non si limita a raccontare una storia personale, quella dell’artista, appunto: piuttosto, si fa portavoce di una condizione e un sentire condiviso, e nel farlo è stata determinante la collaborazione con la comunità locale di Mildura.
Attraverso le sue interviste con gli immigrati italiani di prima generazione nell’area, Filomena è rimasta colpita dall’incredibile resilienza e dal dolore che queste persone portavano con sé. Spiega che, anche se hanno dovuto adattarsi rapidamente e costruirsi una nuova vita in Australia, nel momento in cui ha chiesto loro di riflettere sulla partenza dal loro paese d’origine, “si poteva sentire il dolore che portavano con sé e di cui probabilmente non sono mai stati in grado di parlare”.
Una delle opere esposte alla mostra sarà Mother tongue, che consiste in venti illustrazioni rappresentati ciascuna una regione d’Italia, creando una sorta di mappa dislocata del Belpaese.
‘Five Letters – Cinque Lettere’ aprirà i battenti il 16 novembre e sarà attiva fino al 19 gennaio. L’ingresso è gratuito. Il panel ‘Five Chapters – Cinque Capitoli’, invece, avrà luogo il 23 novembre alle ore 2pm. Obbligatoria la prenotazione sul sito www.milduraartscentre.com.au nella sezione Eventi, cliccando su ‘Five Chapters Cinque Capitoli’.