Lo squalo”, film cult del 1975 diretto da Steven Spielberg e considerato il primo blockbuster della storia del cinema quest’anno spegne 50 candeline. Nel corso degli anni, “Lo squalo” ha segnato generazioni di spettatori, senza mai perdere la propria forza narrativa, complice anche la colona sonora di John Williams. “A volte bastano due note per segnare la storia del cinema: un MI e un FA, ad esempio. Un semplice semitono che ha fatto scappare milioni di americani dalle sale nel 1975”, ha detto Stefano Bollani riferendosi al tema musicale del film, famoso al punto da scollegarsi dalla pellicola e trasformarsi, da solo, nell’idea di pericolo grazie a un crescendo che echeggia, diventa veloce, ossessivo e rende le due semplici note intense e assordanti. “‘Lo squalo’ è un film realizzato in maniera magistrale - disse Leigh Whannell, regista di “Wolf Man”, sottolineando come “Lo squalo” sia stato fonte di ispirazione per la creazione delle atmosfere per il suo “The Invisible Man” -. Mi sono detto: ‘Se facciamo bene il nostro lavoro, faremo alle stanze vuote quello che ‘Lo squalo’ ha fatto per l’acqua”, riferendosi al fatto che dopo la visione del lavoro di Spielberg molte persone non riuscivano a entrare in mare con la sicurezza di un tempo.
Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Benchley, “Lo squalo” si svolge in una cittadina balneare, Amity, che viene terrorizzata dalla presenza di un grande squalo bianco che divora i bagnanti. Il capo della Polizia, Brody (Roy Scheider), vorrebbe chiudere gli stabilimenti balneari, ma il sindaco non vuole e così inizia una lotta contro il tempo per catturare lo squalo che miete continuamente vittime. “Lo squalo” è un film archetipico nel cinema dell’orrore, perché si approccia al mostro evocandolo, ma senza mostrarlo per molto tempo, creando dunque ansia e paura e costruendo suspence che, come diceva Alfred Hitchcock nella sua nota intervista con François Truffaut, viene provocata in base alla quantità di informazione fornita allo spettatore, rispetto ai protagonisti del film. L’attesa del mostro, dunque, crea già da sola il terrore. Una seconda caratteristica, invece, riguarda l’uscita nelle sale: il film, per la prima volta, è stato lanciato ovunque contemporaneamente, provocando un fenomeno che lo ha reso un punto di non ritorno nelle scelte di distribuzione.
“Lo squalo”, costato intorno ai 7 milioni di dollari, ne incassò oltre 500 nei botteghini di tutto il mondo, inaugurando un nuovo modo di fare cinema a Hollywood, basato sulla realizzazione di grandi produzioni di enorme impatto e creando il termine “blockbuster”, ovvero: campione d’incassi. Il film diede anche un nuovo impulso all’industria degli effetti speciali, lasciando il segno in molte produzioni future: Spielberg fece infatti costruire per l’occasione un enorme squalo meccanico, che soprannominò “Bruce”. Sebbene horror, “Lo squalo” diede inoltre vita a un nuovo genere, ibridato con l’avventura, e questo entusiasmò il pubblico. Non solo la colonna sonora del film è rimasta iconica, ma anche la battuta improvvisata sul set da Scheider quando, per la prima volta, vede da vicino lo squalo: “Ci serve una barca più grossa” ha fatto storia ed è entrata nella cultura pop e citata, parodiata, ricordata in molti film e serie televisive. “Lo squalo” è una moderna versione di “Moby Dick”, il romanzo di Herman Melville tanto caro a Spielberg, e porta al cinema la metafora dell’uomo che insegue “il nemico” che però ragiona come lui e non conosce odio né vendetta. “Lo squalo” è anche precursore di tematiche ambientaliste: lo sfruttamento eccessivo della natura allo scopo di guadagnare denaro e l’uomo che si crede padrone del mondo e lo squalo, come Moby Dick, gli ricorda il contrario.
La minaccia rappresentata dall’animale era già stata illustrata magistralmente in “Uccelli” (1963) di Hitchcock che, con inquadrature dall’alto, aveva raccontato la ribellione della natura sull’uomo. La stessa scelta, questa volta ponendo la macchina da presa dal basso, è quella di Spielberg che fa uscire dagli abissi del mare un pericolo fuori controllo.