HOBART – Il dipartimento del Tesoro della Tasmania ha lanciato un forte monito sul deterioramento delle finanze pubbliche dello Stato, stimando che il debito netto raggiungerà quota 13 miliardi di dollari entro il 2028, ben 3 miliardi in più rispetto alle previsioni contenute nel bilancio statale del mese scorso. La nuova stima è contenuta nelle Previsioni finanziarie pre-elezioni (PEFO), il rapporto redatto dal dipartimento del Tesoro e delle Finanze in occasione delle elezioni anticipate.

Secondo il rapporto, il bilancio della Tasmania presenta un problema strutturale: “Come Stato, stiamo spendendo più di quanto guadagniamo e il divario continua a crescere”, si legge nel documento.

Le spese, trainate soprattutto da un aumento della domanda e dei costi del settore sanitario, crescono più velocemente delle entrate statali. Il Tesoro ammonisce che “questo tasso di crescita del debito non è sostenibile e la dimensione del problema aumenterà se non verrà affrontata”.

Il costo per il ripagamento del debito, ossia l’onere degli interessi da versare, è destinato quasi a triplicare, passando da 230,9 milioni di dollari nel 2024-25 a 697,9 milioni nel 2027-28. “Ciò ridurrà la capacità dello Stato di gestire eventuali shock economici e di garantire i servizi alla comunità in futuro”, si legge nel PEFO.

Tra i passaggi più critici del rapporto c’è anche l’analisi dell’impatto che l’assenza di interventi avrà sulla capacità dello Stato di affrontare le sfide future. Il PEFO sottolinea infatti che “saranno necessari interventi espliciti di politica fiscale: la crescita economica da sola non risolverà il problema”.

Il Tesoro sottolinea che per invertire la rotta serviranno misure sia sul lato della spesa sia su quello delle entrate. “Nessuna classe di intervento da sola sarà sufficiente per riportare la Tasmania su una traiettoria fiscale sostenibile”, avverte il rapporto. In particolare, viene rilevato che la pubblica amministrazione dell’isola è “più grande di quanto lo Stato possa permettersi” e che serve una razionalizzazione dei servizi e una pianificazione più efficiente.

Il rapporto si basa sulle stime più recenti riviste a febbraio e non tiene conto delle decisioni dell’ultimo bilancio statale, che non è stato approvato dal Parlamento a causa della sfiducia al premier Jeremy Rockliff.

Il ministro del Tesoro, Guy Barnett, ha difeso l’operato del governo liberale uscente: “Il governo stava adottando le misure necessarie e, come dimostrato dal bilancio 2025-26, una serie di interventi avrebbe portato a un ritorno al surplus in modo sensato”, ha dichiarato.
Barnett ha puntato il dito contro l’opposizione laburista, colpevole secondo lui di aver interrotto le misure correttive. “È stato Dean Winter a bloccare questo processo e a trascinare la Tasmania verso elezioni anticipate”, ha affermato.

Di segno opposto le dichiarazioni del portavoce laburista per il Tesoro, Josh Willie, che ha attaccato duramente la gestione finanziaria dei liberali: “Il rapporto PEFO dimostra che il pasticcio di bilancio dei liberali è ancora peggiore di quanto vogliano ammettere”, ha detto. “Se non sai gestire il bilancio, non puoi governare la Tasmania”, ha aggiunto Willie, promettendo che il Partito laburista presenterà presto la propria strategia fiscale,  ben prima del voto previsto per il prossimo 19 luglio.