ROMA - L’Ocse rivede al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia per il 2025. Nel nuovo Economic Outlook, l’organizzazione con sede a Parigi stima per il nostro Paese un incremento del Pil pari allo 0,5%, in calo rispetto allo 0,6% indicato nell’aggiornamento di settembre. Restano invece confermate le attese per il 2026, a +0,6%, mentre per il 2027 l’Ocse prevede una crescita più sostenuta, pari a +0,7%. 

Per l’economia globale, l’ente internazionale mantiene invariata la previsione di un aumento del Pil del 3,2% nel 2025, cui dovrebbe seguire un rallentamento al 2,9% nel 2026 e una nuova accelerazione al 3,1% nel 2027. Per l’area euro le stime sono di una crescita dell’1,3% nel 2025, dell’1,2% nel 2026 e dell’1,4% nel 2027. 

Nel capitolo dedicato all’Italia, invece, l’Ocse attribuisce il rallentamento previsto alla combinazione fra indebolimento delle esportazioni, “seguite ai rialzi dei dazi commerciali”, e consumi delle famiglie, ancora moderati nonostante il miglioramento dei redditi reali. A sostenere l’economia, nei prossimi anni, dovrebbero contribuire gli investimenti pubblici “anche sulla spinta degli esborsi restanti del Pnrr”. 

Le stime dell’organizzazione evidenziano che “i rischi sulla crescita economica sono ampiamente bilanciati”: da un lato, le tensioni sul commercio internazionale e l’incertezza globale potrebbero pesare su esportazioni e investimenti, mentre dall’altro, le riforme introdotte dal governo e i nuovi investimenti in infrastrutture e sviluppo delle competenze potrebbero incentivare le imprese a utilizzare con più decisione risorse e liquidità disponibili. 

Sul fronte del lavoro, l’organizzazione prevede un miglioramento: il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 6,2% nel 2025 (dal 6,5% del 2024) e raggiungere un minimo storico del 6% nel 2026 e 2027. Stabile anche il quadro inflattivo, con un indice dei prezzi al consumo stimato all’1,8% per quest’anno, all’1,7% nel 2026 e nuovamente all’1,8% nel 2027. 

Positive anche le valutazioni sul quadro finanziario: secondo l’Ocse, “i costi di indebitamento sono calati” grazie ai tagli dei tassi nell’area euro e alla riduzione del premio di rischio sull’Italia. L’ente segnala inoltre che le principali agenzie di rating hanno rivisto al rialzo la valutazione sul debito sovrano italiano e su alcune grandi imprese pubbliche, riflettendo il miglioramento della stabilità bancaria e dei conti pubblici. 

Sul versante della finanza pubblica, l’Ocse prevede che il deficit dell’Italia scenderà al 2,9% del Pil già nel 2025, rientrando così sotto la soglia del 3% prevista dal Patto di Stabilità europeo. Per gli anni successivi il deficit è stimato al 2,7% nel 2026 e al 2,6% nel 2027. 

Il debito pubblico, infine, è atteso in aumento al 136,2% del Pil nel 2025 (dal 134,9% del 2024) e al 137,7% nel 2026, per poi ridiscendere al 137,4% nel 2027. L’Ocse avverte che sulla dinamica del debito pesa ancora l’impatto del Superbonus edilizio: “il debito pubblico supererà il 137% del Pil nel 2027 mentre i crediti sul Superbonus vengono computati nello stock del debito”.