MONTEVIDEO – L’azienda olivicola Pique Roto, situata nell’entroterra uruguaiano e gestita dagli italiani Maria Vittoria Saccarello e Domenico Bruzzone, ha recentemente vinto il premio Mario Solinas, il più prestigioso riconoscimento per la qualità dell’olio extravergine d’oliva.
È stata la prima volta che il concorso si è tenuto nel sud del mondo, come spiega Bruzzone, evidenziando che “siccome le stagioni sono sfasate, paragonare una produzione della parte meridionale del pianeta con una della parte settentrionale non è l'ideale, perché c'è inevitabilmente un percorso di sei mesi di invecchiamento”.
Con l'apertura anche ai paesi del sud, il Consiglio Oleicolo Internazionale (COI), organismo che fissa gli standard di qualità nel settore, ha riconosciuto l’importanza di confrontare prodotti che pur rispettando i criteri qualitativi maturano in stagioni opposte. A parte le analisi chimiche, che devono risultare impeccabili, gli oli sono valutati anche a livello sensoriale da un panel di sommelier selezionati tra i migliori al mondo dal COI, rendendo il concorso estremamente selettivo.
Un concorso che non ammette semplificazioni, come sottolinea Saccarello: “Le basi di partecipazione sono abbastanza complesse: Abbiamo dovuto chiamare un notaio che viene, devi riempire le bottiglie di fronte a lui, devi tapparle di fronte a lui, le sigilla, sigilla il serbatoio da cui deriva, poi devi mandarle e c'è tutta la parte doganale, la parte di traduzione, poi la certificazione di un notaio, senza parlare del metodo di trasporto e conservazione”.
Con ben 27 oli in gara, l’edizione nell’emisfero australe ha visto numeri inevitabilmente minori rispetto al concorso tradizionale, che si tiene ogni anno a Madrid e coinvolge oltre 100 oli dal bacino del Mediterraneo, ma Saccarello ha evidenziato che “quando hanno iniziato nel 2020, mi sembra a Madrid, avevano 20 oli anche loro. L'inizio è quindi promettente per le future edizioni”.
Il premio è stato conferito il 7 novembre, e ha in qualche modo sorpreso anche i produttori stessi vista la giovane età dell’azienda, anche se “sapevamo che qua le cose si fanno a regola d'arte”, specificano.
Per partecipare alla competizione, Pique Roto ha spedito un campione decisamente sopra la media, “quasi cinque volte più grande di quella degli altri. 4600 litri contro i 1000, 1100 della media delle altre aziende”, afferma Bruzzone, precisando che si tratta di quasi un quinto della produzione totale e la metà della produzione di olio di taggiasca. Un risultato significativo, che vista la quantità percentuale presentata, premia davvero la produzione totale.
Il successo è stato reso possibile anche grazie al sostegno delle istituzioni locali, spiega Bruzzone evidenziando che è in vigore un partenariato con il Fondo Industriale del Ministero dell’industria e dell’energia che ha consentito di avere finanziato al 50% il pacchetto di tecnologie del frantoio e per la gestione del campo in maniera sostenibile, che ha scelto di sostenere Pique Roto in quanto realtà che applica un modello di economia circolare.
L’azienda, infatti, riutilizza anche sottoprodotti come la sansa, le ramaglie e il fogliame della potatura, e le risorse aggiuntive hanno rappresentato un aiuto importantissimo nel perfezionare i processi di produzione e migliorare la qualità dell'olio.
L’impronta del Belpaese si nota anche nell’approccio alla tecnologia e alle varietà impiegate. Saccarello ha spiegato che “la tecnologia che si usa per l'elaborazione di prodotti di qualità è italiana, quella della Mori-Tem, e in generale gli oli per i concorsi internazionali li fanno quasi sempre con macchine di tecnologia soprattutto toscana”.
Insomma, come sottolinea la produttrice, “non solo le piante, che sono geneticamente certificate dai vivai di Pescia, ma anche in quanto al lato tecnico di estrazione, è tutto quanto di origine italiana.”
Guardando al futuro, Bruzzone sottolinea che c’è ancora margine di crescita per l'azienda, ma che per ora “si tratta soprattutto di affinare le tecniche di estrazione,” afferma, descrivendo un processo di miglioramento continuo per mantenere e consolidare i risultati.
Secondo Saccarello, il segreto del successo del loro olio risiede in un’attenzione minuziosa ai dettagli, seguendo un protocollo preciso “alla virgola”, che include “pulizia quotidiana, igiene, temperatura, velocità nel ricevere e frangere le olive.”
L’esperienza di Pique Roto e il riconoscimento ottenuto dimostrano, ancora una volta, che anche in contesti agricoli di piccola scala è possibile raggiungere livelli di eccellenza competitivi a livello internazionale.