Alle 10 di ogni domenica mattina, dagli studi di Radio Belgrano, parte la sigla che è anche il nome della trasmissione: L’ombelico del mondo di Jovanotti (nome d’arte di Lorenzo Cherubini). Un’allusione ironica e affettuosa a un detto di Foligno, piccolo centro in Provincia di Perugia, i cui abitanti considerano, appunto, l’ombelico del mondo per la sua pianta ovale, circondata da mura.

La trasmissione, sulla frequenza AM 650 (ma può essere ascoltata anche dal web), è arrivata a circa mille puntate e va in onda ininterrottamente dal 2005.

“Sembra incredibile che siano passati quasi 20 anni da quando abbiamo iniziato – dice Claudia Rossi, speaker –. All’epoca eravamo noi ‘i giovani’ dell’associazione”.

Tutto inizia da un bando di concorso della Regione Umbria per finanziare progetti per la valorizzazione del territorio, prodotti, cultura e arte.

Ai fratelli Sergio e Marcelo Lucarini viene in mente che un programma radio avrebbe potuto risultare una proposta interessante. Convocano Claudia Rossi, attrice e docente di teatro.

In poco tempo si forma una squadra. Sergio e Claudia alla conduzione, Marcelo come produttore, Ricardo Perelindo assistente di studio.

Sergio e Claudia on air.

“L’idea era unire passione e professionalità. Mio fratello Sergio ha studiato produzione, Claudia è attrice” dice Marcelo.

“Ma tu sei produttore nell’anima, nessuno lo fa meglio di te” lo interrompe Claudia, con un tono di finto rimprovero per la sua eccessiva modestia.

Fatto è che la Regione approva il progetto e nel 2005 ricevono i primi finanziamenti perché per coprire le spese vive della radio, dato che il loro lavoro è totalmente volontario. Oggi le spese sono in parte coperte dalla Regione e il resto arriva dal Centro Umbro.

“Pur essendo nati in Argentina, tutti noi abbiamo conosciuto l’Umbria grazie a borse di studio o visite a parenti – racconta Claudia –. In questi viaggi eravamo come spugne che assorbivano la musica e le mode che furoreggiavano in Italia in quel momento”.

Nasce da qui il desiderio di farle conoscere, per attirare – vocazione che la trasmissione ha mantenuto – anche un pubblico giovane, interessato all’attualità.

Il problema, semmai, era di ordine pratico. “Nel 2005 non era semplice procurarsi Cd italiani e il Web non era ancora così versatile – ricorda Marcelo –. Lo stesso valeva per le interviste, magari con persone che si trovavano in Italia, che facevamo dal telefono di linea”.

Cos’è rimasto di quei primi tempi eroici e cos’è cambiato nel corso degli anni?

“L’agenda culturale, con tutte le attività legate alla comunità italiana di Buenos Aires, è un appuntamento fisso – dice Marcelo –. Poi diffondiamo eventuali borse di studio per l’Italia, parliamo delle feste tradizionali umbre, come la Corsa dei Ceri di Gubbio, diamo visibilità alle iniziative della nostra e delle altre associazioni”. Smentendo lo stereotipo del campanilismo italiano. 

Per i microfoni di Claudia e Sergio sono passati famosi attori e artisti argentini di origine italiana, ma anche cantanti emergenti in Italia a cui il programma ha dato spazio.

In alcuni casi le puntate sono monotematiche. “Per esempio, quella di domenica 10 marzo sarà un’ora intera dedicata al cinema italiano e alle colonne sonore dei film, per accompagnare la Notte degli Oscar” anticipa Marcelo.

Alcuni spazi dei primi anni sono stati eliminati. Per esempio, Il Baule, storie di immigrati italiani che raccontavano le loro esperienza, i ricordi della traversata e dei primi anni in Argentina, la nostalgia per ciò che avevano lasciato. “Oggi queste persone non ci sono più – spiega Claudia –. Però ora possiamo raccontare la nuova migrazione, che ha caratteristiche diverse”.

La radio ha anche uno spazio dedicato al turismo, dal titolo Binario 2, per far conoscere mete d’arte o naturalistiche in Umbria e in Italia. Grazie a questa esperienza, il Centro Umbro dal 2015 organizza “viaggi delle radici”, con quasi dieci anni di anticipo rispetto alla proclamazione ufficiale del 2024 come Anno delle origini.

Un appuntamento fisso e irrinunciabile è il quiz. “A volte molto facile, perché si tratta di un pretesto – dice Marcelo – per spingere le persone a telefonare o mandarci un messaggio”.

La radio è il mezzo con un rapporto più diretto con il pubblico e la squadra dell’Ombelico del mondo vuole che resti tale. "Gli spettatori più giovani interagiscono anche con la pagina Facebook della trasmissione, che anticipa i temi della domenica e mantiene i contatti durante la settimana".

“Al Buenos Aires celebra Italia gli ascoltatori vengono a cercarci al nostro stand – conclude Claudia –. Anno dopo anno vengono a salutarci. Ed è questo che vogliamo: che la radio sia una voce capace di parlare a tutti”.