LONDRA – Il premier britannico, Boris Johnson, ha reso noto le nuove linee guida per gli immigrati post-Brexit, regole che si applicheranno chi arriverà nel Regno Unito dopo il dicembre del 2020. Niente visto per chi non sa parlare l’inglese o non possiede una qualifica professionale. 
Corsia preferenziale per scienziati, ingegneri e studenti. Un sistema a punti che darà la precedenza a chi ha ricevuto un’offerta di lavoro da un’azienda britannica per uno stipendio superiore alle 25.600 sterline (30.800 euro) all’anno. Nel nuovo sistema, ispirato a quello australiano, varrà, oltre alla conoscenza della lingua e allo stipendio offerto, anche l’ambito lavorativo, con priorità per i settori che necessitano di manodopera.
Il governo riprende così pieno controllo delle frontiere con l’Ue. Secondo la proposta di legge, gli europei che vogliono lavorare nel Regno Unito saranno trattati come i lavoratori provenienti da Paesi che non fanno parte dell’Ue, i cosiddetti lavoratori extracomunitari. 
Le modifiche entreranno in vigore il 1 gennaio 2021, dopo la fine del periodo di transizione Brexit, durante il quale il Regno Unito continuerà a mantenere la libera circolazione per i cittadini europei. 
“Il nuovo sistema di visti a punti si propone di dare la priorità alle persone più qualificate e talentuose – ha spiegato il ministro degli Interni, Priti Patel –. Abbiamo il diritto di esigere che le persone parlino inglese quando vengono a lavorare nel nostro Paese, così come è giusto esigere che abbiano un percorso professionale sponsorizzato, attraverso un lavoro o un’istituzione accademica. Questo sistema garantirà che nel Regno Unito vengano solo le persone migliori e più brillanti”.
E a quanti già prevedono conseguenze disastrose per l’economia, come la chiusura di fabbriche e negozi per la mancanza di manodopera a basso costo, il governo assicura: “Gli europei che già si trovano nel Regno Unito daranno alle aziende la flessibilità necessaria per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro”. 
Fa parte degli scenari post-Brexit anche il contenzioso sulla restituzione dei marmi del Partenone, che Lord Elgin rimosse dal celebre tempio di Atene all’inizio del XIX secolo. Per ora la posizione del governo è chiara: “Il British Museum non restituirà i fregi”. 
Per quanto riguarda la notizia – non vera – di una richiesta di restituzione da parte dell’Ue, un portavoce del governo britannico ha precisato che “l’Unione Europea sta ancora completando il proprio mandato negoziale; l’accordo sulla restituzione delle opere è solo una bozza e non sarà discusso né ora né il mese prossimo”.
“La posizione del Regno Unito sulle sculture del Partenone rimane invariata – ha aggiunto il portavoce –. I fregi sono responsabilità legale del British Museum. Argomento che non può essere discusso nell’ambito dei negoziati commerciali”.