ROMA - Matteo Salvini continua a invocare la necessità di tornare alle urne, reagendo con ancora più rabbia del solito ai risultati della votazione degli attivisti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau (articolo a pag. 3): “Il partito della poltrona oggi ha segnato un gol, però la partita è lunga, il ‘governicchio’ è stato sostenuto da sessantamila militanti dei Cinque Stelle che hanno votato ‘sì’ per cui io porto rispetto, ma penso che sarebbe e sarà più serio chiedere il parere a sessanta milioni di italiani, però così è...”
Elezioni e poltrone, leit motiv da quando, ad agosto, l’ormai ex ministro degli Interni ha aperto le porte alla crisi di governo estiva: “Mi vedo Renzi e Grillo, o Di Maio e la Boschi al telefono, a spartirsi le poltrone. Sono orgoglioso che la Lega sia fuori da questo mercato delle vacche disgustoso”.
Altro tema caldo, sempre pronto all’uso, quello dei fenomeni migratori, cavallo di battaglia della lunga campagna elettorale di Salvini mai conclusa anche nel corso della sua esperienza al Viminale: “Sono ancora ministro in carica e lo sono fino all’ultimo, e fino all’ultimo firmerò i divieti di ingresso nelle acque italiane, però son già tornate 10 navi delle Ong nel Mediterraneo, probabilmente hanno capito  che la musica qua sta cambiando e riaprono i porti.”
Ma, incalza un combattivo Salvini, la Lega non intende stare zitta, e dall’opposizione farà tutto il possibile per fare in modo che “il governo degli orrori” non smonti tutto quanto di buono è stato prodotto in questo ultimo anno “di fatiche”.
“Sono più determinato che mai - afferma il capo del Carroccio in una delle sue ormai consuete dirette ‘social’ -. Lo dico a Di Maio e Zingaretti: potete scappare per qualche mese dalle elezioni, ma non all’infinito. Prima o poi si arriva al giorno del giudizio, al voto democratico, libero, popolare, non della piattaforma Rousseau, non di sessantamila click che dicono ‘sì’, ma di sessanta milioni di italiani. Noi siamo pronti”.
Intervenuto in diretta su 24Mattino, programma di Radio24, Salvini ha avuto parole positive rispetto al suo governo con il M5s: “L’esperienza è stata rivoluzionaria almeno fino a qualche settimana fa”, ha affermato il leader leghista  che ha aggiunto: “Se poi in nome della conservazione del potere si scende a patti con Renzi e con la Boschi, facciano, io non mi permetto di entrare nel dibattito altrui. Se io dico ‘mai col Pd’ vado avanti nel nome del ‘mai col Pd’”. 
Dai microfoni della radio di Confindustria il leader leghista ha poi rinnovato l’interrogativo su quanto, della precedente esperienza di governo, i 5 Stelle e il Pd continueranno a portare avanti: “Smonteranno quello che si è fatto prima? Se il governo nasce per fare i dispetti a Salvini è un problema per l’Italia”.
La Lega, tuttavia, a questo punto non dovrà solo occuparsi di fare opposizione ma anche di gestire vicende particolarmente delicate come l’ormai noto incontro dell’hotel Metropol di Mosca, quello cui ha partecipato il leghista Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia Russia, insieme con altri due italiani (l’avvocato Gianluca Meranda e il consulente finanziario Francesco Vannucci) e che ha visto la presenza di due uomini, entrambi russi, di cui da qualche giorno sono affiorati i nomi.
Com’era già successo nel recente passato, è stato il sito BuzzFeed a rivelare le particolarità in questione. Si tratta di Andrey Yuryevich Kharchenko e di Ilya Andreevich Yakunin.
L’inchiesta congiunta di BuzzFeed, di Bellingcat e il sito russo Insider ha rilevato connessioni particolarmente strette dei due russi con apparati statali: uno dei due avrebbe viaggiato con passaporto concesso solo a delegazioni di governo ufficiali.