CANBERRA - Il ministro dell’Ambiente Murray Watt ha annunciato la decisione, sottolineando che l’approvazione è soggetta a rigide condizioni, in particolare riguardanti le emissioni atmosferiche dell’impianto di gas a Karratha.
La proposta di estensione, presentata dalla compagnia Woodside Energy sei anni fa, non prevede l’apertura di nuovi giacimenti, ma consente la prosecuzione delle attività nella struttura esistente. Il ministro ha spiegato che la decisione è stata presa dopo un’accurata analisi scientifica e consultazioni pubbliche.
La reazione politica è stata immediata: la Coalizione ha accolto con favore la decisione, mentre i Verdi l’hanno veementemente criticata. La senatrice dei Verdi Sarah Hanson-Young ha accusato il governo di “proteggere le grandi aziende del gas a discapito dell’ambiente”. Greenpeace ha definito la scelta “terribile”.
Il progetto North West Shelf contribuisce al 14% dell’energia domestica del Western Australia. Secondo i sindacati, l’approvazione tutela posti di lavoro e garantisce la fornitura di un combustibile di transizione essenziale.
Nonostante le critiche sul possibile impatto climatico, la normativa ambientale australiana attuale non consente di respingere un progetto sulla base delle sue emissioni. Tuttavia, il ministro ha confermato che la legge sarà riscritta.
Il sito di Murujuga dove permangono reperti di graffiti aborigeni, vicino a Karratha, rischia l’esclusione dalla lista del Patrimonio Mondiale UNESCO per timori legati all’inquinamento, una possibilità che Watt ha definito “basata su imprecisioni”.
La decisione, rinviata per due volte, e stata presa dopo le elezioni, alimentando speculazioni secondo le quali il Partito laburista l’abbia posticipata al fine di non inimicarsi i sostenitori dei Verdi prima del voto.
Organizzazioni di rappresentanza delle comunità aborigene locali e gruppi per la conservazione ambientale ricorreranno in tribunale contro la decisione.