KIEV - Lo ha dichiarato il governatore della Banca Centrale ucraina, Andriy Pyshnyi, in un’intervista rilasciata a Reuters.

“La potenziale adesione all’Unione Europea, il rafforzamento del ruolo dell’Ue nella nostra difesa, e la crescente volatilità dei mercati globali ci impongono di riesaminare il riferimento della hryvnia”, ha spiegato Pyshnyi. Il processo, ha aggiunto, è complesso e richiede una preparazione meticolosa.

Il dollaro, sebbene ancora dominante nel commercio internazionale, è sempre più messo in discussione. Le recenti politiche protezionistiche degli Stati Uniti e l’instabilità geopolitica, inclusa il sempre meno scontato sostegno militare americano all’Ucraina, stanno inducendo Kiev a esplorare alternative.

Dopo l’invasione russa nel 2022, l’Ucraina aveva ancorato temporaneamente la hryvnia al dollaro. Tuttavia, nell’ottobre 2023 è passata a un regime di cambio gestito, sempre con il dollaro come riferimento. Ora, l’ipotesi euro prende sempre più piede, seguendo l’esempio della Moldova, che ha fatto lo stesso a gennaio 2024.

Sebbene le transazioni in dollari dominino ancora il mercato dei cambi, Pyshnyi osserva che l’uso dell’euro è in crescita. L’Ucraina prevede di entrare nell’UE entro il 2030, se continuerà sulla strada delle riforme.

La stabilizzazione economica e la ricostruzione post-bellica dipendono anche dai finanziamenti esterni. Per il 2025 sono attesi 55 miliardi di dollari in aiuti, destinati non solo al bilancio ma anche alla creazione di riserve. Un rapido cessate il fuoco, avverte Pyshnyi, porterebbe benefici economici importanti, ma richiederebbe tempo per concretizzarsi pienamente.