MINSK - Lukashenko, al potere dal 1994, non ha ancora indicato una scadenza ufficiale, ma ha assicurato che avverrà “presto, molto presto”. L’annuncio non è stato però l’unico piatto forte della conferenza stampa del presidente bielorusso, che è tornato a parlare anche del caso Protasevich, il giornalista dissidente catturato dalle autorità di Minsk lo scorso maggio dopo il dirottamento dell’aereo su cui stava viaggiando.

Lukashenko ha detto di non essere contento che Protasevich sia in Bielorussia e che la sua detenzione a Minsk “è stata ordinata dall’Occidente”. “Oggi non sono contento che lui sia in Bielorussia. Sarebbe più facile per me se fosse in Polonia o in Lituania. Perché? Perché glielo hanno ‘ordinato’”, ha detto Lukashenko in un incontro con i giornalisti e i rappresentanti del pubblico.

“Un’elezione presidenziale rubata in Bielorussia, milioni di voti per il cambiamento, 365 giorni di proteste pacifiche, 610 prigionieri politici, migliaia arrestati per motivi politici, 36mila detenzioni. Noi continueremo a lottare fino a che questi numeri saranno storia”. Lo ha scritto su Twitter Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa, nel giorno del primo anniversario della rivoluzione bielorussa.   

Nuovo giro di vite del governo britannico di Boris Johnson sul fronte delle sanzioni contro la Bielorussia, incrementate in occasione del primo anniversario di quelle che il Foreign Office definisce “le fraudolente elezioni” che hanno confermato alla presidenza Alexander Lukashenko.

Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Dominic Raab, precisando che le misure si aggiungono a quelle imposte il 21 giugno scorso d’intesa con Usa, Ue e Canada e coinvolgono alcuni scambi commerciali residui, aspetti finanziari e lo stop alla manutenzione della “lussuosa flotta di aerei” presidenziali bielorussi. Gli Stati Uniti imporranno inoltre nuove sanzioni al regime del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, accusato di una brutale repressione degli oppositori. Lo ha riferito un funzionario della Casa Bianca.

Il presidente Joe Biden firmerà un ordine esecutivo contro Lukashenko per il suo “attacco alle aspirazioni democratiche e i diritti umani del popolo bielorusso, la repressione transnazionale e gli abusi”.