MINSK - Sono 123 i prigionieri politici liberati dal governo bielorusso nelle scorse ore, tra cui figure di primo piano dell’opposizione contro il presidente Aleksandr Lukashenko e numerosi cittadini stranieri.

Tra i nomi più noti il premio Nobel per la Pace, Ales Bialiatski, fondatore dell’organizzazione per i diritti umani Viasna, la dissidente Maria Kolesnikova, simbolo delle proteste anti-regime del 2020-2021, e l’ex banchiere Viktor Babariko, che nel 2020 aveva annunciato la propria candidatura alle presidenziali contro Lukashenko, prima di essere arrestato. 

L’annuncio della scarcerazione è arrivato poche ore dopo la visita nella capitale bielorussa dell’inviato speciale della Casa Bianca, John Coale, che ha incontrato personalmente il presidente Lukashenko. Centoquattordici  persone, in gran parte cittadini stranieri, del totale delle 123 liberate, sono state poi trasferite in pullman in Ucraina. Tra loro, cittadini di Australia, Regno Unito, Lituania, Polonia e Stati Uniti. 

Tra coloro che hanno lasciato il Paese figurano anche Bialiatski e Babariko. Il premio Nobel ha poi raggiunto la Lituania, spiegando di essere stato condotto fuori dalla Bielorussia bendato, a bordo di un autobus. Dopo il rilascio, ha dichiarato  che la battaglia per i diritti e le libertà in Bielorussia non è conclusa, ricordando le persone ancora detenute. 

La liberazione arriva in un contesto di rinnovati contatti diplomatici tra Minsk e Washington. Coale ha annunciato la fine dell’embargo statunitense sull’acquisto della potassa bielorussa, materia prima strategica per la produzione di fertilizzanti, e ha parlato di passi verso una normalizzazione delle relazioni bilaterali.