Il teatro, con la sua capacità di immortalare ciò che il tempo tenta di dissolvere, si fa custode di lingue antiche e voci dimenticate. In The Last Sicilian, Rosanna Morales, autrice e attrice italo-australiana, dà corpo e anima a un canto che si affievolisce, quello della lingua siciliana, un idioma che scivola via dalle labbra delle nuove generazioni, soprattutto nelle comunità siciliane all’estero. Quello messo in piedi dalla Morales è un vero e proprio atto di resistenza poetica: una lotta contro il silenzio, contro l’oblio che inghiotte lentamente le radici culturali, l’ultimo sibilo di una lingua che chiede di essere ascoltata ancora una volta prima di cadere nel dimenticatoio.

In questo spettacolo, la lingua siciliana assume le sembianze di un vero e proprio personaggio che invecchia, portando in scena tutta la sua evoluzione linguistica, dalle radici antiche all’utilizzo poetico e letterario, dall’adozione popolare nella vita quotidiana e comunitaria al suo radicale abbandono, per poi arrivare alla sua scomparsa, in questo caso rappresentata attraverso la morte simbolica del personaggio. “Lo stato attuale della lingua siciliana viene portato in scena dal personaggio dell’Abbandonata, un’anziana donna stanca e lamentevole, rassegnata all’idea di star lentamente esaurendo la sua forza vitale”, ha spiegato Morales. Sarà proprio lei a interpretare questo personaggio. “Ci sarà anche un altro personaggio – continua l’autrice – che rappresenterà la lingua siciliana ai suoi tempi migliori, fiorente, quando veniva utilizzata in ogni campo della società. Un personaggio pieno di vita, energico, e dunque giovane: il suo nome è Adorata”. A interpretare questo personaggio sarà, invece, Rosa Voto. 

Attraverso un percorso narrativo, dunque, la lingua siciliana racconta le sue varie forme, dalla vitalità propria di un idioma ampiamente adoperato all’interno della comunità nella vita di tutti i giorni agli strascichi di un’esistenza vuota e amara, che fatica a reggersi in piedi, “un declino che ha avuto inizio quando la lingua ha lasciato la Sicilia”. Un percorso anche storico, che lascia emergere i tratti caratterizzanti di questa lingua attraverso alcuni elementi di contorno, come il sottofondo musicale. “Lo spettacolo sarà accompagnato da musica greca e araba, così da riflettere la ricchezza della nostra cultura che ha subìto l’influenza di questi due popoli”. 

Restando in tema musicale, Morales ha rivelato che porterà sul palco anche tre delle sue poesie in ragusano contenute nel libro, The Last Sicilian, cantati e arrangiati dalla stessa Rosa Voto. “Avremo un canto del risveglio, un canto del lamento e un canto di scoperta, che invita il pubblico a tornare in Sicilia, per ricordare i suoi odori, la sua bellezza, la sua cultura e il suo patrimonio”. 

Dietro questo spettacolo, dunque, il tentativo di sensibilizzare il pubblico ad adoperarsi affinché la lingua siciliana venga salvata dal suo tragico destino, un invito a ricongiungersi alle origini, a riscoprire la propria terra delle radici proprio attraverso la lingua, preservandola. Da qui, anche l’immagine fortemente evocativa della locandina dello spettacolo: il sale – condimento ampiamente utilizzato in cucina non solo per dare un po’ di sapidità ai pasti, ma anche per le sue capacità di preservazione degli alimenti – che scorre dalle mani della Morales. “Il sale è anche simbolo della diaspora italiana, perché è attraversando il mare che gli emigrati hanno raggiunto questa terra”, ha concluso.

The Last Sicilian andrà in scena al Museo Italiano del Co.As.It. dal 13 al 15 novembre, in occasione del Festival of Mother Tongues de La Mama Theatre. Biglietti prenotabili sul sito lamama.com.au/whats-on/festival-of-mother-tongues-2024/the-last-sicilian/.