ADDIS ABEBA - Il golpe ha infatti suscitato particolari preoccupazioni per la stabilità nello Sahel.

“[L’Ua] ha deciso di sospendere immediatamente la Repubblica del Mali dalla partecipazione a tutte le attività dell’Unione Africana, i suoi organi e le sue istituzioni, fino a quando il normale ordine costituzionale non sarà ristabilito nel Paese”, si legge in una nota del Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione Africana in cui si chiede “la nomina immediata di un primo ministro da parte della società civile per formare il prossimo governo”.

L’organizzazione con sede ad Addis Abeba “ha fortemente esortato” le forze armate del Mali a “tornare urgentemente e senza condizioni nelle caserme e ad astenersi dal continuare a interferire nei processi politici” dello Stato.

L’Unione Africana ha anche chiesto “la creazione di condizioni favorevoli a un ritorno regolare, trasparente e rapido alla transizione a guida civile, sulla base della tabella di marcia concordata”.

In caso contrario, ha avvertito, il Consiglio di pace e sicurezza dell’Unione Africana “non esiterà a imporre sanzioni specifiche e altre misure punitive contro qualsiasi sabotatore dell’attuale transizione”.

L’Ua ha così seguito le orme della Comunità degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), che domenica scorsa, al termine di una sessione straordinaria, ha sospeso il Mali da tutti i suoi organi.   

Nel colpo di Stato avvenuto la scorsa settimana i militari hanno arrestato il presidente Bah Ndaw e il primo ministro ad interim Moctar Ouané, e li hanno spinti a dimettersi, facendo deragliare la transizione verso elezioni democratiche dopo che un altro colpo di Stato militare lo scorso agosto ha estromesso la precedente amministrazione.

L’ex vicepresidente Assimi Goïta, colonnello alla guida del golpe di agosto e della rivolta della scorsa settimana, è stato dichiarato presidente, venerdì.