TORINO – È stato il protagonista della fusione tra il gruppo automobilistico francese Psa (produttore di marchi come Peugeot, Citroën e Opel) e quello italo-statunitense Fca – Fiat Chrysler Automobiles, le nozze dalle quali è nata Stellantis: Carlos Tavares è un manager di lungo corso, considerato l’amministratore delegato più pagato del settore automobilistico, con un compenso, pubblicato nella relazione ufficiale di Stellantis, che nel 2023, tra parte fissa, variabile e bonus, ha sfiorato i 23.5 milioni di euro), con una carriera che ha attraversato i grandi gruppi.

Deciso nelle scelte e nei confronti di governo e sindacati. “Non sono un mago, sono un essere umano come voi”, ha ammesso recentemente, quando già Stellantis aveva reso noto lo scorso settembre di aver avviato la ricerca del suo possibile successore nel 2026.

Una dichiarazione che, dopo l’ultimo suo intervento in Parlamento, seguito da aspre polemiche politiche sembrava ammettere le difficolta di chi, nell’attuale contesto, si trova a gestire un gruppo automobilistico. Le vendite difficili e la perdita di quote di mercato, la transizione ecologica da gestire, il ricorso alla cassa integrazione in molti stabilimenti, i confronti complicati con il governo italiano: Tavares è stato il volto di tutto questo che, in qualche modo, ne ha caratterizzato l’ultimo periodo ai vertici del gruppo.

Portoghese, nato a Lisbona 66 anni fa da madre professoressa di francese e da padre assicuratore, si trasferisce in Francia dall’età di 17 anni dove ha frequentato le scuole migliori. Oggi è padre di tre figli. Si racconta che la sua passione per l’automobile risalga a quando aveva 14 anni. Allora scopre le corse automobilistiche durante una giornata al circuito portoghese, vicino a Lisbona, in Portogallo.

L’ingresso nel mondo delle automobili è, invece, a 23 anni, quando viene assunto in Renault dove segue il progetto Megane. Viene poi inviato in Nissan dove nel 2009 diventa il responsabile del mercato Nissan per i mercati del Nord e del Sud America. Nel 2011 entra in Renault nel ruolo chiave di COO - Chief operating officer di Renault e lavora come braccio destro di Carlos Ghosn, un rapporto che però si incrinerà dopo un’intervista e che lo porterà in Psa, ovvero il gruppo concorrente.

In Psa è amministratotore delegato e presidente del gruppo. Riduce i costi, rilancia le vendite e riporta il gruppo in attivo. E, qualche anno dopo, nel 2017, acquista Opel dal gruppo americano General Motors. Dopo la fallita fusione tra Fca e Renault, convince le famiglie Agnelli-Elkann e Peugeot dell’opportunità di una unione tra Psa e Fca. Il matrimonio d’affari tra i due grandi gruppi automobilistici si celebra nel 2021. Nasce, quindi, Stellantis e lui ne diviene l’amministratore delegato, in un contesto, da quel momento, decisamente difficile.

La pandemia, la transizione ecologica, le pressioni della politica. Il confronto complicato con il governo italiano, ma soprattutto l’audizione in Parlamento, dove è lui a puntare l’indice. “In Italia i costi sono troppo alti - dice - quello dell’energia, per esempio, è il doppio che in Spagna. Dovete spiegarmi come si fa a gestire questo problema”. Tutti i gruppi parlamentari lo criticano in modo aspro. Anche il governo lo accusa di aver gestito male. Lui ribatte anche dopo. “Altri hanno creato il caos e voi chiedete a me di risolvere la situazione e di garantire posti di lavoro”. Un ping pong di dichiarazioni che prosegue fino alle dimissioni.