ROMA - La maggioranza degli iscritti al Movimento 5 stelle ha votato per abolire il ruolo di garante, finora affidato al fondatore Beppe Grillo. Un boato dalla platea di Nova, l’assemblea conclusiva del processo costituente M5S in corso a Roma, ha accolto l’annuncio della notizia, data dal notaio che ha seguito e certificato la procedura.
I sì all’abolizione del ruolo di Grillo sono stati pari al 63,24 per cento, i no al 29,09 per cento, gli astenuti il 7,67. La modifica statutaria è da considerare approvata, dato che è stato superato il quorum della maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Salta anche il limite dei due mandati. Il 72,08 per cento degli iscritti che hanno partecipato al voto on line sulle proposte ha votato per superare una delle “linee rosse” indicate da Grillo come “valori fondativi” del movimento e quindi immodificabili.
Gli iscritti hanno anche bocciato a larghissima maggioranza la proposta di sancire il divieto di alleanze nelle regole costitutive interne, e nel quesito sulla collocazione identitaria generale, vince l’opzione “progressisti indipendenti”, che raccoglie il 36,7 per cento dei consensi, seguita a ruota dalla definizione di “forza progressista” (22,09%), forza di sinistra (11,53%), nessun posizionamento (26,24%), e un 3,44% di astenuti.
La somma fra progressisti indipendenti e forza progressista accoglie comunque l’appello del presidente del M5S, Giuseppe Conte, che aveva sottolineato come un rigetto dell’idea di collocazione progressista del movimento lo avrebbe costretto a trarne le conseguenze e avrebbe riunciato alla sua guida.
“Il fuoco è vivo, non si è spento, è dentro di noi. Il Movimento 5 stelle non sarà mai una timida brezza. È un vento forte, fortissimo, e il nostro obiettivo sarà sempre cambiare il Paese” ha detto nel suo intervento conclusivo.
Beppe Grillo ha chiesto formalmente la ripetizione della votazione, scrive il corriere.it, in primis quelle che mettono in discussione il suo ruolo.