ROMA - La carica dei 90.000 al voto per la Costituente del Movimento 5 Stelle. Sono 88.943, per la precisione, gli iscritti M5s che hanno potuto prendere parte alla consultazione online per disegnare l’identikit del Movimento che sarà. Ma come si presenta la truppa pentastellata all’appuntamento con Nova?

Lontani i tempi delle varie anime che attraversavano trasversalmente (a volte a geometrie variabili) il mondo grillino. Con l’addio di tanti big, il M5s di oggi è riconducibile in gran parte a Giuseppe Conte. Ma nessuno nasconde che il vero scontro in atto è tra il leader pentastellato e il fondatore Beppe Grillo. La metamorfosi è compiuta: dall’uno “vale” uno si è passati all’uno “contro” uno. E, a meno di imprevedibili colpi di scena, in campo ne resterà solo uno. L’appuntamento di Nova è uno snodo cruciale, tanto per il Garante, quanto per il Presidente. 

Se, infatti, la figura di Grillo rischia di essere cancellata con un colpo di penna, anche Conte è pronto a farsi da parte “se dalla Costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora” dalla sua leadership, ha detto. Il riferimento è alla collocazione nel campo progressista, ma non c’è solo quello a far traballare la posizione del presidente pentastellato, che dalla sua ha sicuramente l’“intellighenzia” del Movimento che, fino all’ultimo, ha esortato la base a partecipare al voto.

Lo ha fatto Roberto Fico con un post sui social, poco dopo aver spiegato che i problemi ci sono, ma non dipendono “dall’alleanza con il Pd”. “Sarebbe così anche se ci tenessimo a distanza, [ma è proprio per questo motivo che] stiamo facendo l’Assemblea costituente, che deve essere un momento di ripartenza”, ha  aggiunto. 

Fico, ex presidente della Camera e in odore di un nuovo posto al sole in Campania, non è l’unico a essersi esposto in tal senso: della collocazione nel campo progressista e di un “matrimonio” con i dem ne ha più volte parlato anche l’unica governatrice regionale in quota Movimento 5 Stelle: la sarda Alessandra Todde. E sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato anche il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, uno dei primi ad applaudire il voto, tutt’altro che lusinghiero per il M5s, in Emilia-Romagna e Umbria.