ROMA - Le opposizioni ripartono dalla Rai e dal nocciolo dell’alleanza. I leader di Pd, M5s e Avs, dopo mesi di incomprensioni e ripicche su Ucraina e riarmo europeo, si sono mostrati l’uno di fianco all’altro due volte in un solo giorno.  

La prima, per aderire alla richiesta di un tavolo che scriva un progetto di riforma del servizio pubblico e la seconda per presentare una mozione che chiede “la condanna dello sterminio a Gaza”. 

C’è quindi un ritorno di sintonia fra la segretaria Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte, o almeno un riavvicinamento del leader pentastellato, visto che la segretaria dem si è sempre detta “testardamente unitaria”.  

Il cambio di atteggiamento è scattato alla vigilia della manifestazione del M5s contro il riarmo europeo, con l’auspicio esplicito di Conte di un’adesione del Pd, seguito poi dalla partecipazione di una delegazione dem - senza la segretaria - al corteo.  

Ai due appuntamenti di giornata per la ritrovata armonia non si sono visti invece i centristi di Azione e Iv, mentre il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, era alla stampa estera con gli altri per dare “la massima disponibilità al confronto su un modello di riforma della Rai”. 

È vero che, a differenza dell’Ucraina, i temi Rai e Gaza non hanno mai provocato particolari tensioni fra le forze progressiste, ma è indubbio che, segnale dopo segnale, dopo la maretta stia tornando il sereno.  

A promuovere il tavolo per la Rai sono stati MoveOn Italia, Articolo 21, Rete #NoBavaglio e altri movimenti e associazioni, e fra le proposte di riforma delle opposizioni non ci sono troppe distanze, come ha rilevato Schlein. “Proviamo a venirci incontro sul merito. Do la disponibilità piena del Pd a partecipare a questa discussione”, ha detto.  

C’è un appuntamento che incombe, visto che ad agosto scatterà il regolamento europeo Freedom act e l’Italia “sarà fuorilegge, entrerà in una procedura di infrazione, anche per la governance Rai”, afferma Conte. 

La mozione di Pd, M5s e Avs sul Medio Oriente è invece, spiega sempre il leader pentastellato, “una iniziativa comune doverosa. Bisogna tenere accesi i riflettori su quello che sta accadendo a Gaza, un crimine contro l’umanità e un sistematico sterminio”.  

Il documento contiene dieci richieste, fra cui il riconoscimento dello Stato di Palestina e sanzioni al governo israeliano “per la sistematica violazione dei diritti umani”, oltre che l’attuazione del mandato di arresto del premier israeliano Benjamin Netanyahu, diramato dalla Corte Penale Internazionale. 

“Dal governo non abbiamo sentito una parola di condanna dell’apocalisse umanitaria in corso a Gaza, mai una voce che dall’Ue si sia alzata per chiedere la tregua e il cessate il fuoco, per liberare gli ostaggi e anche per portare a Gaza gli aiuti umanitari”, ha sottolineato Schlein.  

Il significato delle firme in calce alla mozione lo ha sottolineato il segretario di SI e deputato di Avs Nicola Fratoianni: “Finora anche su questi temi abbiamo sempre presentato mozioni diverse. Questa è una mozione unitaria ed è un salto politico importante”.  

Un primo passo, forse, per cominciare a sciogliere i nodi nel campo largo. “Penso che la posizione che il Pd ha assunto sul riarmo Ue segni un punto di convergenza importante” con M5s e Avs, ha fatto notare il coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli.