CARACAS - In una commovente intervista con Fernando del Rincón nel programma Conclusiones della CNN, Mirelys Cacique López ha identificato suo figlio, Francisco García, tra i centinaia di detenuti nel Centro di Confinamento del Terrorismo (Cecot) in El Salvador.
L’immagine che è circolata nei media mostra i prigionieri seduti a terra, con lo sguardo rivolto verso il basso, senza che i loro volti siano visibili. Tuttavia, Cacique López ha affermato con sicurezza: “Io gli conosco la fisionomia, il corpo, il collo, le orecchie e, infatti, sì, è mio figlio”.
La denuncia della madre si concentra sulla deportazione di suo figlio dagli Stati Uniti verso El Salvador, insieme ad altri migranti, per presunti legami con la banda criminale Tren de Aragua, un’organizzazione di origine venezuelana, e altre bande.
Le autorità statunitensi, sotto il governo del presidente Donald Trump, hanno indicato i deportati come membri di queste organizzazioni criminali, sebbene la famiglia di García neghi fermamente che lui faccia parte di alcun gruppo delinquente.
Francisco García, che era arrivato dal Venezuela negli Stati Uniti nel 2023, lavorava come barbiere in Texas, fino alla sua detenzione nel febbraio 2025. La madre del giovane ha confermato che suo figlio aveva un ordine di deportazione dopo che un tribunale aveva emesso un’ordinanza di espulsione in assenza, a causa della sua mancata presentazione a un’udienza programmata con un giudice del servizio di immigrazione (in questi casi, la decisione di deportare un immigrato irregolare può essere presa senza la sua presenza).
Secondo i documenti legali del caso, García aveva richiesto un avvocato d’ufficio e, dopo una revisione della sua situazione economica, un tribunale federale in Texas aveva approvato la sua richiesta. Inoltre, durante la sua udienza, era presente un interprete per garantire che potesse comprendere il procedimento legale.
Il direttore provvisorio dell’Ufficio per le operazioni di detenzione e deportazione di ICE, Robert Cerna, aveva dichiarato che gli agenti dell’immigrazione e del controllo delle dogane “avevano esaminato attentamente” ogni deportato utilizzando tecniche di indagine e una revisione delle informazioni.
Tuttavia, fino ad oggi, i governi degli Stati Uniti e di El Salvador non hanno rivelato i nomi dei detenuti né presentato prove conclusive che siano effettivamente affiliati a organizzazioni criminali come il Tren de Aragua.