MAR DEL PLATA – Lo conoscevamo come referente degli emiliano-romagnoli di Mar del Plata. Ora Marcelo Carrara è entrato anche nella Consulta per i molisani nel mondo, con la “complicità” della parte materna della famiglia. “Mio nonno Carrara, paterno, era di Piacenza, sua moglie di Treviso – spiega –. Infine, mamma era molisana, di Isernia”.
Insomma, Marcelo è un esempio tipico di quell’italianità che rivendica l’unità, ma al tempo stesso mantiene viva l’identità dei territori.
“Mamma è arrivata a 4 anni in Argentina – racconta –. La famiglia scelse di vivere a Mar del Plata, dove già si era stabilita una comunità molisana molto numerosa”. Molte famiglie venivano dal piccolo centro di Mafalda (Campobasso), tanto che in città esistono due associazioni legate alla regione: l’Unione regionale del Molise e la Colectividad Mafaldesa y Molisana.
“La bella sede della Mafaldesa sta proprio nel quartiere dove è cresciuta mamma – dice Marcelo –. Erano tutti paesani. E vicino si trova anche la sede della Sociedad italiana Las tres Venecias, a cui apparteneva mia nonna. Insomma, anche noi abbiamo fatto l’unità d’Italia”.
È molto soddisfatto Marcelo, per la freschissima nomina alla Consulta. “Non solo per la mia – sottolinea – ma per il fatto che siamo ben 7 argentini e, di questi, 4 di Mar del Plata”.
Oltre a lui sono entrati Marité Perrella (docente della scuola Leonardo da Vinci, da poco diventata paritaria), Luna Bouzada (insegnante di danze tradizionali), Hernán Genovese (regista teatrale, vincitore del prestigioso premio Estrella de Mar e direttore della compagnia Molise sul palco della Colectividad Mafaldesa, che porta in scena autori molisani, come Tonino Armagno, spesso ingiustamente dimenticati in Italia).
Mafalda ha poco meno di 1200 abitanti, ma a Mar del Plata sono quasi 200 le famiglie originarie della zona. “Originariamente di chiamava Ripalda – spiega Carrara – e fu ribatezzata a inizio ‘900, quando il re Vittorio Emanuele III fece pavimentare la strada che portava a Termoli, fino ad allora sterrata, in omaggio alla figlia Mafalda, avuta dalla regina Elena nel 1902. Qui in Argentina il nome suscita molta curiosità per l’omonimia con il personaggio di Quino”.
I rapporti con il Comune italiano sono buoni e una quarantina di anni Mar del Plata ebbe un sindaco di origine malfedese.
Proprio ieri, domenica 11 maggio, si è svolta la festa dall’associazione, per ricordare il 73° anniversario della fondazione. Tanti anni sono passati da quel primo pranzo di 600 persone da cui nacque l’idea di comprare un terreno e costruire la sede.
“Molti soci già lavoravano come maestranze nell’edilizia – dice Marcelo –. Erano molto abili ed esperti e il sabato e la domenica si dedicavano gratis alla realizzazione della sede”. Non è un caso che una delle più importanti imprese di costruzioni di Mar del Plata si chiami proprio Ripalda e appartenga alla famiglia Mastrangelo, originaria appunto di Mafalda. Fermín Mastrangelo è stato anche vicepresidente della Mafaldesa.
Tutto ha a che vedere con tutto. Tutti i cerchi si chiudono. E l’Italia unita si fa anche a tavola e, in generale, nelle occasioni conviviali.
Come il pranzo di ieri, a base di specialità molisane. Una cucina ricca, sebbene non sia la più nota tra le tradizioni gastronomiche italiane. I presenti hanno potuto gustare il caciocavallo (formaggio), i cavatelli (pasta fresca), le pizzelle (crêpe dolci cotte con una piastra che stampa un motivo decorativo).
A giugno, invece, a Mar del Plata si celebra il “Mese dell’italianità”. E la Mafaldesa parteciperà all’evento previsto al Teatro Municipale. Ci sarà la compagnia Molise sul palco, la corale dell’associazione (il Coro Ripalda) e il gruppo di ballo Terra Nostra.
“Sarà l’occasione per mostrare il nostro lavoro culturale – dice Marcelo – e far conoscere, con la proiezione di alcuni video, la bellezza del regione, dai sentieri dell’Appennino al Mare Adriatico”.