STOCCOLMA - Il primo ministro svedese, la socialdemocratica Magdalena Andersson, ha riconosciuto la vittoria dei conservatori alle elezioni legislative di domenica scorsa e ha annunciato le dimissioni. Con lo scrutinio giunto al 99%, il blocco di centrosinistra è dato a 173 seggi, contro i 176 ottenuti dall’alleanza tra il partito moderato di Ulf Kristersson, l’estrema destra dei Democratici Svedesi e altri due partiti minori.
La coalizione avversaria, ha affermato Andersson in conferenza stampa, ha conquistato “una piccola maggioranza ma pur sempre una maggioranza”. “Quindi domani chiederò di dimettermi dai miei doveri di primo ministro e, successivamente, la responsabilità ricadrà sul presidente del parlamento”, ha aggiunto la Premier dimissionaria.
La vittoria della destra è stata propiziata dalla straordinaria affermazione dei Democratici svedesi di Jimmie Akesson, che hanno superato il 20%, diventando il secondo partito dietro i socialisti di Andersson, ai quali è andato il 30% dei consensi.
I moderati, il cui leader Kristersson è candidato premier della coalizione, sono arrivati terzi con poco più del 19%. Seguono, con percentuali inferiori al 10%, la sinistra e i verdi, alleati di Andersson, e i liberali e i democratico-cristiani, che completano l’alleanza conservatrice.
L’ascesa dei Democratici svedesi è un sintomo della crescente insofferenza della popolazione per l’aumento della criminalità e dei delitti con armi da fuoco, spesso commessi da gang di immigrati in una nazione che aveva fatto dell’accoglienza dei rifugiati una bandiera.
Akesson aveva presentato un piano in trenta punti con l’obiettivo di rendere più restrittive le regole sull’immigrazione, introducendo la possibilità di respingere i richiedenti asilo sulla base, ad esempio, della religione.
Ex campionessa di nuoto, sposata, madre di due figli, la 55enne Andersson è stata nominata premier lo scorso novembre in sostituzione del predecessore Stefan Lofven, ed è comunque riuscita a dare nuovo slancio ai socialdemocratici svedesi.
Per il politologo Ulf Bjereld, la premier uscente - del governo più breve dal 1936 - è riuscita a “mantenere e rafforzare anche la posizione del suo partito e il sostegno degli elettori”, portando avanti una linea classica di difesa di uno Stato sociale forte oltre a quella più dura in materia di immigrazione.