SASSARI - “Nessuna distrazione di denaro è mai avvenuta per scopi privati”. Lo ha precisato l’avvocato della difesa, Ivano Iai, a proposito delle indagini chiuse a gennaio dalla procura sassarese, per riciclaggio e peculato, in cui risultano indagati Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo, il vescovo di Ozieri, Corrado Melis, e altre sette persone. Secondo l’accusa, fondi dell’8 per mille alla Chiesa, destinati alla diocesi ozierese, circa 2 milioni di euro in 10 anni, sono finiti dal 2013 nei conti correnti della cooperativa sociale Spes di cui è responsabile il fratello del cardinale.

“La Spes è una cooperativa onlus della quale la Caritas e la Diocesi di Ozieri si servono per perseguire gli scopi di solidarietà e carità in favore e supporto di singoli, famiglie e, in generale, persone della diocesi - ha sottolineato Iai - secondo criteri autonomi non sindacabili dall’autorità italiana ma, eventualmente, dai soggetti latori dei finanziamenti che, nella specie, non solo non hanno mai rilevato anomalie di gestione, nè contestato alcunché, ma hanno addirittura confermato, anno per anno, i contributi finora erogati”.

L’avvocato, che rappresenta tutti e nove gli indagati e sta studiando le migliaia di pagine di atti per preparare la memoria difensiva, si dice certo che “la difesa, nonostante la complessità di una vicenda che sottopone la diocesi a uno stillicidio senza precedenti, potrà dimostrare l’uso corretto delle risorse, in particolare quelle ricevute dalla Cei, che, grazie alla documentazione esistente, risulta essere stato trasparente e finalizzato esclusivamente a interventi solidali e di carità”.

Nell’inchiesta della Procura del capoluogo sardo, aperta oltre tre anni fa e collegata a uno dei filoni di quella più nota conclusa in Vaticano nei confronti del cardinale Becciu, sono coinvolti anche il direttore della Caritas don Mario Curzu, Giovanna Pani (compagna di Antonino Becciu), Maria Luisa Zambrano, Francesco Ledda, Franco Demontis, Luca Saba e Roberto Arcadu. Secondo quanto ha riferito l’avvocato Iai, i suoi assistiti “manifestano l’esigenza di chiarire la propria posizione e chiedono il più sollecito accertamento giudiziale dei fatti, certi dell’infondatezza assoluta delle accuse mosse della Procura”.

Il legale ha espresso stupore per la tempistica della divulgazione della notizia “coincidente con altre dei giorni scorsi su presunte attività di dossieraggio nei confronti del cardinale Angelo Becciu e con l’iniziativa, in programma il 14 marzo prossimo, che vedrà importanti giornalisti, intellettuali e giuristi commentare il processo a carico dell’alto prelato sardo”, condannato dal Tribunale vaticano a cinque anni e sei mesi di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a pagare una multa di 8mila euro, a conclusione di un’inchiesta sulla compravendita di un palazzo a Londra.